Casse comunali svuotate di 80 mila euro per colpa di chi non paga la mensa scolastica. Il sindaco Alberto Urpi non ci sta e pretende il saldo da parte dei morosi.
Sempre disponibile e ben organizzato per andare in contro a chi ha difficoltà economiche e massima attenzione nei confronti di tutto ciò che concerne il mondo scolastico, il primo cittadino, innanzi al riscontro negativo da parte di circa 70 famiglie, che non hanno versato regolarmente il contributo per usufruire della mensa tra una lezione e l’altra, non tollera più assolutamente questo disguido e sollecita ufficialmente i morosi.
“Dobbiamo tenere conto che il comune paga mediamente il 70% del costo del pasto, percentuale ormai insostenibile e che dovrà almeno essere adeguata agli aumenti dei costi, impegnando circa 200 mila euro ogni anno di bilancio”. Non solo: “Per la maggior parte degli alunni il tempo prolungato, e quindi mangiare a scuola, è una scelta e non un obbligo,
Allora il fatto che alcuni paghino nulla è scandaloso, un’offesa a chi in altri comuni paga il pasto completamente, e un’offesa a chi non avendo figli a scuola paga i tributi per finanziare anche queste spese”.
Insomma, sembrerebbe più una questione di principio piuttosto che la classica riscossione dei tributi, poiché chi non paga ha una situazione economica stabile oppure è già assistito dai servizi sociali, quindi un comportamento, a priori, non giustificabile.











