In Sardegna la sanità è allo sfascio, e il crollo nei servizi c’è stato soprattutto negli ultimi due anni e mezzo, complice anche l’emergenza Covid. Liste d’attesa infinite, ogni giorno tantissimi cittadini si lamentano anche per le cure che saltano. Il neo assessore regionale alla Sanità, il sardista Carlo Doria, ha poco più di un anno di tempo per raddrizzare troppe situazioni critiche. E, a parte gli scontati ringraziamenti al suo predecessore Mario Nieddu, “ha combattuto uno degli eventi più infausti degli ultimi secoli, la pandemia Covid”, spiega cosa intende fare sin dai prossimi giorni: “Attueremo la riforma sanitaria per dare risposte al popolo sardo per la sanità territoriale e ospedaliera. Gli ospedali ci sono ma vanno riorganizzate le risorse, non sono infinite. Il numero chiuso in ingresso a Medicina è antistorico” anche perchè chi si iscrive e frequenta rappresenta, per Doria, “i primi soldati da mettere al fronte. Utilizzeremo le risorse dell’Università e delle scuole di specializzazione”. Gli specializzandi, quindi, arriveranno nelle corsie “per aiutare i medici, saranno una risorsa”.
Uno degli obbiettivi della Giunta Solinas riguarda la costruzione di quattro nuovi ospedali a Sassari, Cagliari, Alghero e nel Sulcis: “Sono necessari, siamo nel terzo millennio e abbiamo strutture che non sono al passo con i tempi dal punto di vista tecnologico e infrastrutturale”. Per Doria “sono uno degli argomenti sul campo. Intanto bisogna dare una risposta concreta per le attese, le cure e gli interventi chirurgici per fare in modo che la popolazione di alcuni territori non debba fare centinaia di chilometri per curarsi”.












