San Sperate si prepara all’addio a Nicolò, morto a 3 mesi: “Era nella culla e non si è più svegliato”

Tantissima commozione in paese per la scomparsa del neonato, domani il funerale nella chiesa di via 11 Febbraio. Il papà Emanuele: “È morto per arresto cardiaco, aveva un problema al cuore sin dalla nascita”. Il nonno, Luca Vargiu: “Ho già preparato un cuscino che metterò nella sua bara. Ora chiediamo solo preghiere e, per quanto possibile, vicinanza”


Per le ultime notizie entra nel nostro canale Whatsapp

San Sperate si prepara, in silenzio e con il cuore devastato dalla tristezza, a salutare per sempre Nicolò Pischedda, il neonato di tre mesi morto, ieri mattina, nell’abitazione dove viveva insieme a papà Emanuele e mamma Jessica. I funerali sono già stati fissati, domani alle 15:30 nella chiesa di San Sperate Martire. Sono tantissimi i messaggi di cordoglio che continua a ricevere la coppia, sia sui social sia su WhatsApp. Un neonato volato via all’improvviso, un’intera famiglia e tanti parenti disperati, con la vicinanza di tutta l’amministrazione comunale sansperatina, sindaco in testa. Papà Emanuele, a Casteddu Online, racconta tra le lacrime: “Era nato con un parto cesareo, i medici avevano notato problemi al cuore, ad un ventricolo. Gli avevamo fatto fare delle visite, ma ieri purtroppo è morto. Il medico legale ha confermato che la morte è avvenuta per arresto cardiaco, presumibilmente collegata ai problemi riscontrati, sin dalla sua nascita, al cuore”. Poco meno di 48 ore fa il dramma, con un’intera comunità sotto choc.

 

 

Il nonno, Luca Vargiu, aggiunge: “Il mio nipotino è morto nella culla, ieri mattina mia figlia ha provato a svegliarlo ma si è accorta che non si muoveva. Purtroppo tutti i soccorsi sono stati inutili”, spiega il papà di Jessica. L’uomo ha raggiunto la figlia e il suo compagno per fornirgli tutto il supporto necessario: “Ho anche preparato un cuscino in ricordo di Nicolò, lo lascerò dentro la sua bara”. Una morte improvvisa, due giovani genitori affranti dal dolore: “E ora come ora chiediamo solo preghiere e, per quanto possibile, vicinanza”.