di Paolo Rapeanu
Nuova estate, solita solfa: i turisti – sempre troppi – che cercano di portare via dalla Sardegna un souvenir “proibito”. Che può essere rappresentato da una manciata di conchiglie, da sabbia infilata dentro una bottiglietta di plastica o da sassi accuratamente chiusi dentro un sacchetto. Un ricordino da esporre nel proprio salotto di casa che, però, comporta un danno decisamente elevato all’ecosistema dell’Isola. Nel primo weekend di giugno sono stati “duecento i chili di sabbia, conchiglie e sassi” ritrovati dentro i trolley e le valigie di chi, all’aeroporto, stava per salutare l’Isola nella quale ha trascorso qualche giorno di “vacanza con furto”. Non è la prima estate che, calcolatrice alla mano, bisogna fare i conti con i tantissimi chili di “natura” depredata dai litorali isolani. E c’è l’appello-sos – l’ennesimo, nei fatti – che arriva dalla pagina Fb “
Sardegna rubata e depredata”.
“L’amarissimo sconforto del fine settimana.Una foto che riassume la stupidità umana, il forte senso di impotenza, l’inutilità di una legge fatta senza prevedere controlli e sanzioni, la latitanza degli organi preposti ai controlli, l’inqualificabile atteggiamento della Regione, presente solo per rivendicare meriti che non le spettano e fare proclami in pompa magna puntualmente smentiti dai fatti. Amici amanti della Sardegna, siate voi gli artefici della difesa del vostro patrimonio naturale”.