Nel rione cagliaritano della Marina molti i ristoranti chiusi: c’è chi ha i fornelli spenti e gli ingressi sbarrati, qualcuno continua a giocarsi la carta del servizio a domicilio o dell’asporto. Tra i pochissimi locali aperti c’è quello di via Cavour, gestito da quattordici anni da Claudio Mura. Sin da ieri, primi giorno utile post lockdown da Coronavirus, ha deciso di richiamare cuochi e camerieri in servizio: “Siamo ripartiti con le dovute precauzioni e informando la clientela di tutte le regole delle autorità competenti. È arrivato il momento di ricominciare”, esordisce Mura. Sì, ma tanti suoi colleghi non la pensano così: “Noi siamo a conduzione familiare, sia io sia mio padre è come se fossimo dipendenti di noi stessi, risparmiamo sulle spese”. Per gli altri “penso incida parecchio la spesa per il personale, o la paura per la mancanza della clientela. Io, ieri, ho fatto cinquanta coperti tra pranzo e cena. Certo, i clienti entravano con la mascherina ma non ho riscontrato nessun timore. La gente ha voglia di riprendere quel minimo di normalità, magari tutto non sarà più come prima ma quando più vicino possibile”.
“Si può vivere”, sottolinea il ristoratore, “rispettando le regole, igienizzandoci le mani ed evitando i contatti. Dal 18 maggio era consentito riaprire e così ho fatto. Ormai tutti sappiamo che ci sono stati mancati aiuti da parte del Governo. Possiamo parlarne per ore e ore e ore, ma adesso è il momento di ricominciare”.










