La corte costituzionale ha dichiarato costituzionalmente illegittimo l’articolo 3 della legge regionale della Sardegna che introduceva il divieto di realizzazione di impianti alimentati da fonti rinnovabili per un periodo di 18 mesi, in attesa dell’approvazione della legge regionale per l’individuazione delle aree idonee. La decisione arriva dopo il ricorso presentato contro la moratoria, ritenuta in contrasto con la normativa nazionale e europea in materia di decarbonizzazione e transizione energetica.
Secondo la Corte, il provvedimento regionale viola i principi stabiliti dall’articolo 20 del decreto legislativo 199 del 2021, che prevede il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione al 2030 e stabilisce, tra le altre cose, il divieto di introdurre moratorie per l’installazione di impianti FER, disposizioni che sono state considerate in conflitto con il divieto temporaneo fissato dalla Regione Sardegna. Nonostante la Regione abbia giustificato la moratoria come una misura temporanea, con termine fissato a 18 mesi, la Corte ha sottolineato che tale periodo è eccessivo, considerando che la normativa nazionale prevede un termine di soli 180 giorni per l’individuazione delle aree idonee. In tal modo, la decisione della corte evidenzia un contrasto tra le competenze regionali e le direttive statali ed europee, ritenendo il divieto incompatibile con le necessità di accelerare il processo di transizione verso le energie rinnovabili.
Con questa sentenza, la Corte ha ribadito la necessità di rispettare gli impegni presi a livello nazionale ed europeo in materia di sostenibilità ambientale e di transizione energetica, rendendo evidente che le moratorie non possono ostacolare gli obiettivi di decarbonizzazione stabiliti per il 2030.