Rifiuti radioattivi in Sardegna, Isola in rivolta: “Le scorie non passeranno”

Oppus sindaco di Mandas: “Chiederò al presidente della Regione di intervenire”. Cappellacci: “Il 97 % dei sardi ha già detto no. Non saremo pattumiera”. Liberos: “Non abbiamo bai beneficiato della produzione energetica e ora pretendono di farci smaltire i rifiuti”


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E’ rivolta in Sardegna contro l’’ipotesi di realizzare nell’Isola il deposito unico nazionale delle scorie nucleari. Tre i comuni candidati in Italia ci sono anche: Siapiccia, Albagiara, Assolo, Usellus, Mogorella, Villa Sant’Antonio, Nuragus, Nurri, Genuri, Setzu, Turri, Pauli Arbarei, Tuili, Ussaramanna, Gergei, Las Plassas, Villamar, Mandas, Siurgus Donigala, Segariu, Guasila e Ortacesus.
“Appena possibile convocherò Assemblea pubblica (nelle forme previste dal Covid) per decidere le iniziative da adottare per dire NO a ogni forma di discarica nucleare. Chiederò anche al Presidente della Regione di intervenire”, scrive il sindaco di Mandas Umberto Oppus, “è evidente che il governo Conte ha fatto qualche calcolo sbagliato. Pensare di sistemare un deposito per rifiuti radioattivi a Mandas, Siurgus Donigala, Gergei o a Nurri o comunque in Sardegna non troverà l’Amministrazione Comunale di Mandas favorevole. Sentiti i sindaci coinvolti vediamo il da farsi”.
“Le scorie non passeranno”, scrive Pier Franco Devias di Liberos, “per cercare di tranquillizzare e per abbindolare i più sprovveduti, nei documenti il deposito che conterrà le scorie nucleari italiane viene associato ad un “Parco Tecnologico”, su cui si millantano le solite balle già sentite mille altre volte, con lavoro per i residenti e benessere per tutti, sperando di fare leva sulla miseria e sul bisogno di lavoro.
La verità è che si tratta di una discarica blindata in cui verranno riversate le scorie nucleari italiane, di una produzione energetica del passato, inquinante e pericolosa. Una produzione energetica di cui la Sardegna non ha mai in alcun modo beneficiato, né in termini occupazionali, né di sviluppo economico e tantomeno di profitti, ma ora si pretende che si debba incaricare dello smaltimento dei rifiuti radioattivi.
Invitiamo con la massima urgenza tutte le amministrazioni e la popolazione di tutti i suddetti comuni a fare una dichiarazione pubblica di totale indisponibilità ad accogliere le scorie nucleari.
Invitiamo tutte le amministrazioni comunali della Sardegna ed il Consiglio regionale, ad inviare al governo italiano una comunicazione di totale indisponibilità della Sardegna ad ospitare le scorie nucleari, a qualsiasi condizione.
Invitiamo tutto il popolo sardo alla mobilitazione per la difesa delle proprie decisioni, democraticamente espresse nei referendum sul nucleare del 2011 con oltre il 97% di contrarietà a qualsiasi ipotesi di stoccaggio in Sardegna.
Nessuno, e per nessun motivo, può mettere in discussione una chiara decisione democratica del popolo sardo, perciò chiamiamo tutti i cittadini alla più strenua difesa della nostra democrazia, della nostra salute, della nostra amata terra”.
Forza Italia. “Il 97% dei sardi ha già detto no al deposito nazionale delle scorie radioattive nell’isola”. Ugo Cappellacci, deputato e coordinatore regionale di Forza Italia Sardegna, per commentare la pubblicazione dei siti idonei da parte della Sogin, ricorda il risultato del referendum che indisse da presidente della Regione nel 2011. “Nessuno osi violare la volontà di un popolo, espressa democraticamente. Siamo pronti a dare battaglia – prosegue l’esponente azzurro- dentro e fuori dal Palazzo contro un’ipotesi che respingiamo con sdegno perché non accettiamo l’idea che la nostra terra sia vista come la destinazione di qualsiasi scelta o carico scomodo da scaricare sulla collettività. Diciamo no alla pattumiera radioattiva non solo per tutto ciò che comporta in sé, ma anche perché tutto il mondo vedrebbe la nostra isola come una discarica e non come quel paradiso terrestre che è e che deve restare sia per chi ci vive, sia per chi la ama e la vede come meta turistica. Noi abbiamo un’idea diversa: la Sardegna deve diventare una sorta di arca di Noè d’Italia, dove mostrare al mondo e mettere al sicuro il meglio del nostro patrimonio naturalistico, paesaggistico, archeologico e culturale. Non c’è nessun consesso, nessuna conferenza di servizi, nessuna assemblea legittimata a sovvertire la volontà espressa dal popolo sardo. Il Governo – ha concluso Cappellacci- sappia che ci opporremo a con tutte le nostre forze a decisioni antidemocratiche, ingiuste e inaccettabili”.


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