Riapertura della Sardegna, è scontro tra Governo e Regione: Roma congela tutto e minaccia ricorsi al Tar

Riapertura della Sardegna, è scontro tra Governo e Regione: Conte di fatto stoppa Solinas. O meglio a fermare al momento il governatore sardo è il ministro Boccia, che minaccia diffide alle Regioni che prenderanno decisioni diverse dal decreto del governo: si allontana la riapertura anticipata di negozi, parrucchieri, bar e ristoranti in Sardegna, almeno sino al 18 maggio. Per ora nessuna ordinanza


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Riapertura della Sardegna, è scontro tra Governo e Regione: Conte di fatto stoppa Solinas. O meglio a fermare al momento il governatore sardo è il ministro Boccia, che minaccia diffide alle Regioni che prenderanno decisioni diverse dal decreto del governo: si allontana la riapertura anticipata di negozi, parrucchieri, bar e ristoranti in Sardegna, almeno sino al 18 maggio. Almeno sino a quando sarà muro contro muro: oggi 12 governatori del centrodestra, tra cui Solinas, chiedono una fase due con più aperture. Ma il ministro ha frenato tutto: “Propongo un metodo: ordinanze regionali coerenti con il Dpcm – ha detto Boccia – se ci sono ordinanze non coerenti invio una diffida, una lettera con la scheda indicando le parti incoerenti e la richiesta di rimuoverle (solo in caso di allentamento delle misure). Se non avviene sono costretto a ricorrere all’impugnativa al Tar o alla Consulta”. Boccia ha spiegato la filosofia del governo: “In base al monitoraggio delle prossime settimane ci potranno essere dal 18 maggio scelte differenziate”.

Dal 18 maggio, dunque. Cioè fra tre settimane, sino ad allora il rischio è che lo scontro diventi durissimo: il governo frena la Regione, Solinas aveva già anticipato alla Nuova Sardegna una prossima ordinanza per riaprire dall’11 maggio i parrucchieri, e dal 18 maggio bar e ristoranti. E addirittura nessuna autocertificazione per gli spostamenti nella stessa provincia. Resta un’idea in freezer, per ora. Di fatto rimane la speranza per il 18 maggio, a meno che Conte non intervenga e consenta deroghe alle Regioni. Ma il suo ministro, al contrario, minaccia diffide e ricorsi al Tar. Quindi il risultato è che la ripresa della Sardegna finisce in un enorme pantano. Una pozzanghera burocratica, che soltanto un miracolo può risolvere. E oggi è saltato il punto stampa di Solinas, che ha poi firmato la lettera insieme ai 12 governatori di centrodestra: “Facci riaprire subito, o la Sardegna rischia una catastrofe economica”. Un clamoroso zero a zero sul futuro dell’Isola.

Il ministro non ha gradito il pressing della Sardegna e di altre Regioni: “Per arrivare a una soluzione condivisa ha più senso la lettera che vi indica le violazioni dell’ordinanza rispetto alla tutela della salute e se non vengono modificate si trasformano in diffida, rispetto all’impugnativa. Non impugno subito ma con grande collaborazione vi scrivo e prima ancora sollecito un confronto preventivo. In base al monitoraggio delle prossime settimane ci potranno essere dal 18 maggio scelte differenziate”, le parole emblematiche di Boccia. E si resta dunque, a bocce ferme. Lo scontro non è stato soft, a questo punto la soluzione più probabile è che la Sardegna riparta sì, ma solo dopo il 18 maggio. E Solinas potrebbe annunciarlo in settimana.

“Abbiamo scritto al Presidente del Consiglio”, comunica il Presidente Christian Solinas, “come Governatori della maggioranza delle Regioni italiane e delle Province Autonome e alla luce dell’incontro odierno col Governo per chiarire, con spirito di collaborazione, la nostra posizione sulla fase 2. Nelle richieste avanzate, sottolinea il Presidente, è possibile ritrovare i punti fondamentali per la ripartenza già illustrati nei giorni scorsi, che hanno trovato ampia condivisione tra tutti i colleghi, nel segno del rispetto delle Autonomie e delle peculiarità territoriali, e dell’esigenza di diversificare le misure in atto.Anche in Sardegna!, ribadisce il Presidente Solinas, “alla luce dei dati è possibile avviare finalmente una ripresa ordinata, prudente ma più rapida, del nostro sistema economico e produttivo, e consentire un graduale ritorno a quella nuova normalità della vita sociale tanto attesa da tutti”.

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