Le Regioni contro la ripresa della scuola scaricano la responsabilità sul Cts: “Si prenda la responsabilità”

I governatori, capitanati da De Luca che già ieri spingeva per la riapertura in presenza a febbraio, temono che la situazione sfugga di mano a causa dei numeri del contagio. Elaborate le nuove regole su dad e quarantene


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I presidenti delle Regioni non condividono la decisione del governo di riaprire le scuole in presenza già dal 7 gennaio e scaricano tutto sul comitato tecnico scientifico, chiedendo che siano gli scienziati a prendersi la responsabilità di qualunque decisione in merito. Già ieri il governatore della Campania De Luca aveva chiesto di riaprire direttamente a febbraio, ma le posizioni non sono univoche, con il governo che invece insiste sulla riapertura immediata. Il rientro a scuola in Sardegna, fissato al 7 gennaio, slitterà probabilmente al 10 gennaio e i tre giorni ulteriori di pausa saranno utilizzati per avviare uno screening anti covid a campione e su base volontaria. E’ questa, al momento e in attesa di ulteriori indicazioni dal governo, la linea che la Regione intende seguire.

Per la scuola primaria e secondaria fino a 12 anni (alunni della prima media), le regioni chiedono al governo una quarantena di 7 giorni con due o più casi in classe. Il test antigenico o molecolare in uscita dovrà essere effettuato, secondo i governatori, tra il 5° e il 7° giorno. Con un solo positivo invece, la proposta delle Regioni, è quella di restare in classe in autosorveglianza con raccomandazione di astenersi dalla frequentazione di ambienti differenti dalla scuola, senza testing.

Per quanto riguarda l’incontro di oggi, per la scuola secondaria (seconda e terza media) e le superiori, le regioni chiedono la quarantena con tre o più casi positivi in classe per sette giorni, al termine dei quali sarà effettuato un test antigenico o molecolare. Previsto anche per il quinto giorno un tampone. Fino a due casi i contatti restano in classe in autosorveglianza con raccomandazione di astenersi dalla frequentazione di ambienti differenti dalla scuola, senza testing, con la raccomandazione di utilizzare la mascherine FFP2. “Per i soggetti che si siano già sottoposti alla dose booster, o vaccinati con ciclo completo primario da meno di 120 giorni o guariti da meno di 120 giorni è prevista auto-sorveglianza e esecuzione test solo alla comparsa di sintomi”, si legge.

Per la scuola dell’infanzia, dove è assente la copertura vaccinale ed è impossibile applicare le misure di prevenzione, come mascherina e distanziamento, basterà un solo caso positivo per far entrare le classi in quarantena. Lo stop della frequenza sarà di 10 giorni e il rientro sarà possibile con test antigenico o molecolare.

Le regioni chiedono al governo la sospensione del progetto di sorveglianza delle scuole sentinella. Il progetto prevedeva test molecolari salivari condotti, su base volontaria, su alunni nella fascia di età 6-14 anni delle scuole primarie e secondarie di primo grado del territorio per monitorare la circolazione del virus. Chiesta anche la ripresa delle attività di educazione fisica per tutte le scuole di ogni ordine e grado.


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