Regione, vigilanza e portierato: “Perchè non si fa ancora chiarezza”?

La denuncia di Antonio Lentini, UGL: “Demansionamento delle guardie particolari giurate, portierato e stipendi al di sotto della soglia di povertà, come mai la Regione e la Giunta non intervengono”?


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Un appello affinchè venga promossa una azione legale o una interrogazione parlamentare su presunte omissioni e inefficienze della attuale Giunta Regionale della Sardegna. Lo promuove Antonio Lentini, dirigente sindacale Ugl del comparto sicurezza civile: «I fatti sono ben noti e riguardano l’appalto della vigilanza armata e il conseguente demansionamento di una decina di guardie giurate al ruolo di portieri con stipendi al di sotto della soglia di povertà – sostiene Lentini – a distanza di un anno non è servito ancora a nulla un mio ricorso all’autorità nazionale anticorruzione e le innumerevoli interrogazioni promosse prevalentemente da un consigliere regionale dell’opposizione. Interrogazioni che non hanno mai avuto risposta e che chiedevano sostanzialmente l’attuazione della risoluzione numero 12 della prima commissione permanente.  Ancora oggi – ribadisce l’esponente dell’Ugl – non sappiamo perchè nel bando di gara era prevista la firma del contratto congiuntamente a quella dei sindacati e invece il funzionario regionale preposto aveva provveduto alla firma ben una settimana prima. Il fatto grave però a mio avviso al di la del danno da noi individualmente subito è che il presidente Pigliaru e la giunta possano permettersi il lusso di non rispondere alle interrogazioni, non dar seguito alle risoluzioni e trattare noi cittadini e lavoratori come  ultimi dei paria. A che serve infatti riunire un consiglio regionale e commissioni varie, fare un grande lavoro o polverone, se tutto ciò viene poi invalidato dalla mancata attuazione di ciò che si è deciso e che non si traduce in leggi operative. Sarebbe materia della corte dei conti verificare l’utilità e efficienza di questo apparato che lascerebbe perplesso chiunque e se in taluni casi non si provochi un danno erariale. Il presidente, i consiglieri, gli assessori sono lautamente pagati con soldi pubblici e dovrebbero per questo avere un senso di maggior responsabilità e rispetto verso chi contribuisce a mantenerli in quelle posizioni».