C’è il simbolo, ci sono i manifesti, c’è il programma. C’è lo slogan e c’è il logo. Renato Soru scende ufficialmente in campo come candidato alla presidenza della regione alle elezioni del 25 febbraio, nel nome della Sardegna, e alza il tiro della sua sfida politica, annunciando battaglia anche alle comunali di Cagliari e Sassari.
“Siamo di più. Siamo Sardegna” è lo slogan scelto dall’ex governatore, che dopo il rifiuto di Alessandra Todde a fare un passo indietro per cercare un candidato condiviso ha rotto gli indugi e fatto il passo definitivo.
“Vogliamo partecipare e vincere queste elezioni regionali perché pensiamo che ci sia una situazione confusa e un’offerta politica inaccettabile da entrambe le parti e perché vogliamo che la Sardegna torni a contare. Non torneremo più indietro, non saremo più sotto la politica italiana: dopo le regionali, ci presenteremo anche alle elezioni di Cagliari e Sassari”, ha detto oggi Soru. “Pensiamo che la Sardegna abbia bisogno d’altro, in questo momento di particolare crisi ma anche di grandi opportunità che dobbiamo cogliere con un progetto, la capacità di governo e la garanzia di fare ciò che diciamo per portare l’isola fuori dall’emergenza e da quel ritardo di sviluppo che sembra una condanna che non riusciremo mai a scrollarci di dosso”.
Soru si è poi soffermato sugli schieramenti in lizza per le prossime elezioni regionali: “Da una parte – ha detto – abbiamo la Destra, che si richiama nei riferimenti, nelle immagini e anche nei gesti, come abbiamo visto qualche giorno fa, al Movimento sociale italiano e ad Alleanza nazionale. La proposta di Fratelli d’Italia è chiarissima: sappiamo da dove viene e sappiamo dove ci vuole portare”.
Il tema è analogo e speculare dall’altra parte perché, ha osservato Renato Soru, “c’è una proposta altrettanto inaccettabile: populista, massimalista, giustizialista, antieuropeista, qualche volta terrapiattista, qualche volta con la destra, qualche volta con la sinistra e domani chissà dove, fuori da ogni affidabilità politica , fuori da ogni progetto chiaro. Anche in questo caso, quando sarà il momento, la presidente 5stelle andrà a Roma a rappresentare la Sardegna o chi l’ha voluta in quel ruolo con la complicità del Partito democratico?”.
Perciò, dice Renato Soru, “in Sardegna vogliamo tornare a contare: non possiamo tornare all’idea che si decide tutto a Roma. E se ci dicono che è sempre stato così, lo cambiamo: anche perché sta diventando sempre peggio. Quanto è accaduto in questi mesi i partiti degli anni 70 e 80 non l’avrebbero mai accettato, perché avevano un pensiero autonomista. Vogliamo – ha concluso – una libertà che non abbiamo mai avuto e la vogliamo per oggi e per domani: decidere sulla nostra politica, mettere al centro gli interessi e i bisogni della Sardegna per risolvere i problemi del presente e progettare le opportunità del futuro”.
“Non torneremo più indietro ha concluso Soru -: ci presenteremo alle elezioni di Cagliari e Sassari. Come le altre regioni europee con una forte identità e autonomia, la Sardegna deve avere una sua proposta politica non residuale rispetto a Elly Schlein e Giuseppe Conte, a Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Noi abbiamo cuore, testa, capacità, forza per rappresentarci da soli, per confrontarci con l’esterno in maniera moderna, istruita e consapevole. In maniera onesta: leale e aperta a tutti quanti, ma veramente mai più sotto nessuno, nemmeno sotto la politica italiana”.











