
Avevano dichiarato di vivere in catapecchie, di non avere un lavoro e di non potersi permettere neppure di mangiare. Invece, con i soldi incassati col reddito di cittadinanza, acquistavano auto e moto e si davano alla bella vita. Trenta persone che non avevano diritto al disastroso beneficio voluto dai Cinquestelle e diventato in men che non si dica terreno fertile per truffe e ruberìe, sono state scoperte dai carabinieri della compagnia di Bonorva e denunciate alla procura. Il danno erariale è stato quantificato in circa 745 mila euro, soldi pubblici che arrivano dalle tasse pagate dai cittadini onesti.
L’indagine era partita a marzo del 2021, quando i carabinieri hanno avviato verifiche su notizie false riguardanti residenze fittizie su case in stato di abbandono, false consistenze patrimoniali, mancate comunicazioni di attività lavorative saltuarie, falsi trasferimenti della titolarità di imprese a parenti, separazione di nuclei familiari per abbassare il reddito e così via. Alcuni degli indagati risiedono in altre regioni italiane, ma avevano dichiarato di vivere a Sassari in case senza luce e acqua. I contributi mensili andavano da 500 a 1.300 euro.