Cagliari, spionaggio informatico su Solinas: processo a 7 dipendenti dell’Università

Gli imputati, tutti in servizio all’Ateneo di Sassari, sono accusati di accesso abusivo a sistema informatico, reato che ha reso necessario lo spostamento del procedimento nel capoluogo sotto la guida dei giudici dell’Antimafia. Il magistrato titolare dell’inchiesta aveva chiesto il proscioglimento, ma oggi il giudice per le indagini preliminari ha deciso per il processo


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Quando Christian Solinas, attuale governatore della Sardegna, era candidato e correva come presidente per il centrodestra, uno degli argomenti di cui più spesso di parlava – sia nei dibattiti e confronti politici che sui giornali – era se fosse o no laureato. Gli atti universitari secretati non permisero a chi cercava la verità di conoscerla. Ma sette dipendenti dell’Università di Sassari, forse per curiosità, secondo quanto ipotizzato dai magistrati entrarono nel sistema informatico dell’Ateneo sassarese per cercare informazioni e oggi, nonostante il pubblico ministero ne avesse chiesto il proscioglimento, sono stati tutti rinviati a giudizio. L’accusa per tutti è di accesso abusivo a sistema informatico, un reato di competenza distrettuale che ha spostato l’indagine a Cagliari, sotto la guida della Dda, direzione distrettuale antimafia.

Il processo stabilirà se i sette dipendenti dell’Università di Sassari (Michele Meloni, Luigi Antonio Catogno, Paolo Deledda, Franca Carmela Sanna, Barbara Pes, Laura Mureddu e Liana Carboni) abbiano commesso un reato nel consultare la banca dati dell’Ateneo e nello scaricare una serie di documenti sull’allora studente Christian Solinas. Il giudice per l’udienza  preliminare Manuela Anzani ha infatti rinviato a giudizio tutti gli imputati, ribaltando la richiesta di proscioglimento del pm Diana Lecca.

Il processo inizierà l’8 novembre al tribunale di Sassari, davanti al giudice monocratico. Nel procedimento Solinas si è costituito parte civile con l’avvocato Salvatore Casula. Nessuno degli imputati ha chiesto l’abbreviato. Nonostante la certificazione dell’Ateneo sul fatto che tutti i dipendenti potevano legittimamente accedere alla banca dati, una sentenza della Cassazione prodotta da Solinas stabilisce che anche ingressi non autorizzati possono essere illegittimi anche se effettuati da personale che ne aveva la possibilità.


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