Ha deciso di alzare bandiera bianca, riconoscendosi “colpevole” ma, allo stesso tempo, “ucciso dal Comune che non mi ha concesso di rateizzare i diciottomila euro che devo pagare per non chiudere”. Ecco perchè Andrea Zucca chiude il “Morrison”, l’american bar aperto dieci anni fa in piazza Yenne a Cagliari. Cinque occupazioni abusive di suolo pubblico certificate dagli agenti della polizia Locale in pochi mesi, giorni di chiusura e un anno e mezzo di divieto di servizio all’aperto: “Impossibile continuare, non siamo una città turistica ma un dormitorio, fare impresa qui non serve a niente”. La serranda verrà abbassata per sempre il prossimo ventotto gennaio, intanto Zucca ha deciso di fare squadra con un socio per mandare avanti un locale in via Mameli. Ma la “ferita” di piazza Yenne è bella grossa: “Non mi hanno accettato la proposta di rateizzazione dei diciottomila euro che devo per avere sette metri quadri nonostante non ci sia una legge. È stato fatto a discrezione del Comune, richiesta bocciata, così mi dicono di morire. Questo è il peggior Comune di Cagliari, ho sempre votato Fratelli d’Italia e non vedevo l’ora che andassero al governo, invece mi hanno ucciso”.Un chiaro riferimento al sindaco Paolo Truzzu? “Non solo a lui, ci sono anche assessori dello stesso partito che, al momento del bisogno, mi hanno girato le spalle. Ci siamo già riuniti con gli altri colleghi multati per studiare iniziative contro questo Comune che è contro chi fa impresa”.
A casa “dieci persone, tre famiglie senza più stipendio”, prosegue Zucca. “A parte pochi, gli altri locali di piazza Yenne dove dovrebbero mettere gli arredi interni? Io dovrei affittare un furgone?”. È amareggiato, Andrea Zucca, per quanto consapevole di aver violato le regole: “Avrei pagato ciò che dovevo ma in due, tre o quattro rate. Il Comune non me l’ha permesso, ecco perchè chiudo per sempre il Morrison. Tra l’altro, non è mai stato realizzato il progetto di pedonalizzazione da piazza Yenne sino al marciapiede del Largo, che mi avrebbe consentito di mettere più tavoli”.












