Quartu città turistica dice sì alla tassa di soggiorno. Il via libera definitivo e decisivo arriva dal Consiglio comunale, che vota per l’introduzione di un obolo che ogni turista dovrà pagare dal primo marzo al trentuno ottobre, per un massimo di cinque giorni. Significa che, se la vacanza dovesse durare più giorni, dal sesto, ovviamente consecutivo, non dovrà più pagare l’obolo. L’ok è arrivato dopo l’approvazione di cinque emendamenti proposti da Fratelli d’Italia, col suo consigliere Michele Pisano, che sono stati utili anche per rendere più lineari e chiari alcuni punti. Ma, per il grosso, il documento partorito dalla Giunta Milia era già perfetto. È emerso,tra l’altro, che il Comune, dopo avere sentito i vari operatori presenti nel territorio, potrà eventualmente decidere, anno per anno, di sospendere la tassa “nei periodi di bassa affluenza turistica”. Serviranno dati reali e freschi, da qui la conferma di un tavolo con titolari di albeghi, b&b, associazioni turistiche e affittacamere. Niente tassa per i bambini sino ai 14 anni, per chi ha più di settantuno anni e per i disabili: “Solo così rispettiamo un principio di universalità e non creiamo nessuna disparità di trattamento o, peggio ancora, discriminazioni”, spiega il sindaco Graziano Milia, da sempre favorevole all’introduzione del balzello. Confermato anche che i fondi raccolti, solo nel primo anno si prevede di incassare 200mila euro, saranno investiti solo e unicamente in progetti di chiaro stampo turistico e atti a migliorare la stessa offerta turistica di Quartu.
A raccogliere la tassa dai vacanzieri saranno gli stessi albergatori. Ognuno potrà organizzarsi come meglio crede, o incassare il balzello all’arrivo o al momento del checkout: poi, dovrà trasferire i soldi all’amministrazione comunale che si occuperà della rendicontazione definitiva. Le tariffe saranno decise nei prossimi mesi, è obbligatorio anche un passaggio al ministero dell’Economia e delle finanze.










