Ora basta: nel litorale di Quartu dopo tante liti e numerosi pestaggi, ci è scappato il morto. Sono le 15,49 e ancora non si conosce l’assassino di Luca Mameli, che ha però le ore contate. Non una sola parola del sindaco Graziano Milia, che ha appena innalzato l’orario di chiusura dei locali e nessuna disposizione sull’aumento dei controlli, vero neo sulla gestione di una zona sempre più pericolosa. Ci si chiede come sia possibile che qualcuno possa girare tranquillamente con il coltello e ammazzare un giovane di 35 anni per poi dileguarsi senza problemi. Quartu oggi assiste impotente a un omicidio che sicuramente si poteva evitare, e che è l’epilogo di una escalation di violenza inaudita al Poetto. Come può sentirsi adesso un genitore che manda il figlio a ballare sino a notte fonda? Non è colpa dei locali, e Milia è un sindaco talmente intelligente che sicuramente dirà la sua e soprattutto si farà sentire in Prefettura, perchè quella del Poetto di Quartu sta diventando un’emergenza. Come è un’emergenza a Cagliari la situazione di piazza del Carmine e la movida violenta di Marina e Stampace.
Non si conosce ancora l’assassino di Luca e non si conosce neanche il movente. Qualcuno avrebbe sentire una ragazza urlare “è colpa mia”, di certo per un futile litigio è stata sacrificata la vita di un ragazzo d’oro, che a Capoterra tutti conoscevano come un bravissimo ragazzo, e che mai si sarebbe reso protagonista di episodi di violenza. Infatti ne è stata l’atroce vittima. Non si può morire il 9 agosto davanti a un disco bar, a Quartu episodi simili non sono mai accaduti e questo significa che la soglia è stata superata, che i controlli sono insufficienti e che, oltre ai coltelli, girano droghe per lo sballo, oltre che all’alcol. Ora basta: qualcuno parli e dica come intende proteggere dalla violenza il bellissimo litorale quartese, dove non è colpa dei locali se un ragazzo viene ucciso in pubblico.












