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Ha anticipato di tasca sua, come da regolamento, “375 euro a gennaio, febbraio e marzo”, per pagare l’educatrice che, da Quartucciu, quasi ogni giorno viaggiava sino alla sua casa di Quartu Sant’Elena per prendersi cura della figlia, disabile totale. È una delle tante persone che possono favorire dei contributi previsti dalla Legge 162, Marinella Melis, pensionata 65enne e presidentessa dell’associazione Mondi Paralleli. Anche oggi ha provato a contattare, telefonicamente vista l’emergenza Coronavirus, i servizi sociali quartesi: “E, ancora una volta, non ho ricevuto nessuna risposta. So che gli uffici sono chiusi ma, con lo smart working, dovrebbero garantirenlo stesso il servizio. E invece nulla, all’ufficio protocollo mi hanno detto che non possono aiutarmi, giustamente”, spiega la Melis. Che si ritrova, quindi, con oltre mille euro da dover riscuotere.
“Quei soldi mi spettano per legge, sto avendo addirittura problemi pure con il Caf che non è ancora riuscito a farmi avere le buste paga e il Mav per regolarizzare tutta la situazione dell’educatrice. Dico solo due parole: che vergogna”.
In serata arriva anche la replica del Comune: “La signora Marinella Melis grida vergogna perché non è riuscita a consegnare la pezza giustificativa di marzo a causa del mancato contatto telefonico con l’assessorato ai Servizi sociali. Effettivamente nell’ultimo mese, dovendo dar seguito alle disposizioni governative dovute alla pandemia di Coronavirus, l’attività amministrativa ha inevitabilmente subito un rallentamento, anche nelle more dell’avvio dello smart working. Solo per questo motivo l’utente non è riuscita ad attivare i soliti canali di comunicazione con l’assessorato, settore particolarmente oberato di lavoro nelle ultime settimane visto il moltiplicarsi delle richieste di aiuto da parte della cittadinanza. Tuttavia, nel chiedere all’utenza un minimo di elasticità e di comprensione, in considerazione dell’emergenza di proporzioni storiche che stiamo vivendo, l’amministrazione reputa opportuno sottolineare non solo che il mese di marzo, per il quale lamenta il mancato rimborso, è finito appena due giorni fa, ma soprattutto che è comunque attivo il servizio di protocollazione on line. Pertanto la signora Melis avrebbe potuto tranquillamente formalizzare in questo modo la sua domanda di rimborso”.