Quartu, commercianti in guerra: “No a via Porcu tutta pedonale, perdiamo troppi clienti”

Chiusa al traffico qualche ora il venerdì, il progetto della strada senza macchine bocciato da una parte dei negozianti. Lettera di fuoco al Comune: “Assurdo chiuderla tutta, col divieto alle auto non ci sono clienti. Alle 16 ci sono giovani che sfrecciano in monopattino o col pallone, vadano altrove. Non battiamo un solo scontrino”


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Il progetto di via Porcu pedonale a Quartu, ogni venerdì, dalle 16 alle 21, porta già un fiume di polemiche dopo appena quattro settimane. Una parte dei negozianti, infatti, ha deciso di scrivere una lettera di fuoco al Comune guidato dal sindaco Graziano Milia per chiedere che almeno una parte della strada, “da via Venezia a via Martini”, non venga più sbarrata. Il motivo messo nero su bianco? Il divieto alle auto “sta arrecando danni economici alle nostre attività commerciali. Gli eventi organizzati dall’associazione dei commercianti, nella quale non siamo rappresentati, sono limitati al primo tratto della via. È incomprensibile e assurdo che venga chiusa tutta la strada”. E, scavando un po’, saltano fuori anche altre motivazioni, che portano ad una guerra tra i contrari e i favorevoli, che sono quella fetta di titolari di locali food e di abbigliamento che hanno detto sì all’organizzazione imbastita dal presidente del Consorzio, Sergio Piludu. Mario Secci, tra i negozianti contrari a tutta la strada pedonale, lo dice chiaramente: “Sono contrario alla chiusura di tutta la strada dalle 16 alle 21, a quell’ora ci sono solo ragazzini che sfrecciano in monopattino o che giocano a pallone, vadano da altre parti. Meglio dalle diciannove o dalle venti in poi e il sabato, non certo il venerdì. Nel tratto dove lavoro non è stata mai messa una bancarella o un artista”.
Tra le firme portate al Comune c’è anche quella di Laura Cabras, parafarmacista: “Sono contraria alla strada pedonale perchè non può funzionare. Sbarrandola non passano le macchine e tutti i venerdì sera non facciamo uno scontrino. Gli eventi sono limitati al primo tratto, li facciano dalle venti a mezzanotte, non è un mio problema”. Come orario, però, quello delle 16 serve, almeno negli intenti “per portare gente dove? nel primo tratto? Da un certo punto in poi siamo morti. Per me c’è un danno economico gravissimo, facciano gli eventi nelle piazze, ne abbiamo tre che non vengono sfruttate. Così facciamo circolare le auto”.