di Paolo Rapeanu
L’eco dell’ordinanza del sindaco di Firenze, Dario Nardella (Pd), attraversa il mare e arriva fino alla Sardegna. Nel capoluogo culla del Rinascimento, i cittadini che trasgrediscono l’articolo 650 pagano oltre duecento euro di multa e l’arresto per un massimo di tre mesi. Da qualunque punto la si vuole guardare, una “rivoluzione” – favorita da un decreto del ministro dell’Interno, Marco Minniti, che porta i sindaci ad avere più poteri. E a Cagliari, dentro il Comune, c’è chi vede tutt’altro che peregrina l’idea di copiare quanto fatto in Toscana. Con un’aggiunta decisamente forte: rendere pubblici i nomi di chi va a prostitute.
Le “strade del sesso” cagliaritano sono quelle di sempre: viale Trieste e tutta l’area che gravita fino a via Po. Tantissime le proteste di una grossa fetta dei residenti, negli anni, al grido di un “problema sicurezza”. Alessio Mereu, capogruppo di Fratelli d’Italia-An, ci va giù molto pesante. “Multare, arrestare e rendere pubblici i nomi dei clienti delle prostitute è un’eventualità che non va scartata. È una questione di sicurezza e decoro della città e dei cittadini, ma non solo. Molte prostitute sono sfruttate, vittime di giri totalmente illegali”, dice Mereu. Il consigliere di uno dei partiti di minoranza a palazzo Bacaredda promuove quanto deciso al Comune di Firenze, e ne approfitta per lanciare una frecciatina: “Il sindaco fiorentino dovrebbe anche fare un’ordinanza simile, cioè multa e arresto, per chi ha mandato sul lastrico tantissime famiglie a causa di una gestione scellerata, nota a tutti, di alcune banche che gravitano attorno al partito di Nardella, il Pd”.










