Pronto soccorso e ospedali del Sud Sardegna al collasso: “Caos totale, più soldi e stipendi migliori per infermieri e medici”

I racconti dei volontari del 118 sono solo l’ultimo modo per cercare di lanciare un urlo al di fuori dei principali ospedali di Cagliari e dell’hinterland. “Situazione fuori controllo, tra straordinario e disponibilità extra del personale stanno per esaurirsi i fondi”. E in pieno agosto spunta una richiesta di incontro urgente, già ufficializzata, all’assessore regionale della Sanità


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Da quattro anni e mezzo la sanità sarda è in piena emergenza. Passata quasi totalmente quella del Covid, l’elenco di criticità non è certo terminato. Le attese sono ancora folli, le ambulanze stazionano tante ore più del dovuto davanti agli ospedali e chi lavora in corsia è sempre più stremato. Qualcuno, meglio, più di qualcuno ha alzato bandiera bianca, dimettendosi e cambiando vita, lavorativamente parlando, o andando nei “paradisi” dei privati. Le testimonianze choc dei soccorritori e volontari del 118, raccolte anche nelle ultimissime ore da Casteddu Online, sono solo l’ultimo modo per cercare di far smuovere qualcosa ai piani alti. Ed è arrivata, a supporto, anche una lettera dei vertici sardi della UilFpl all’assessore regionale della Sanità, al quale è stato chiesto “un incontro urgente”, tutti i consiglieri regionali e presidente del Consiglio. La missiva porta le firme di Massimo Marceddu, Aurelia Orecchioni e Fabio Sanna. Eccola, di seguito.
“Emergenza sanità, unità di crisi regionale perchè la situazione è fuori controllo. Stiamo assistendo ad un graduale e costante declino del nostro sistema sanitario regionale, I recenti fatti di cronaca di Brotzu, Aou, Santissima Trinità e San Francesco, giusto per citare i casi più eclatanti senza trascurare ovviamente i restanti presidi del territorio regionale con pari problemi e pari sofferenze , con tutto quello che ne e conseguito su tutta ‘area metropolitana, altro non é, che un epifenomeno di una situazione generale regionale , che è significativamente preoccupante , tanto da allarmare la nostra organizzazione. E da tempo che denunciamo la necessita di intervenire da parte delle istituzioni in indirizzo, rispetto ad una situazione che sta degenerando, situazione non più trascurabile, venutasi a creare a causa di un colpevole abbandono dei presidi periferici che assicurando il servizio territoriale, permettevano alle aree metropolitane di poter garantire un servizio efficiente, efficace e in tempi compatibili con le esigenze di tutta ‘utenza. La su menzionata situazione, ha di fatto creato un sovraccarico di lavoro nelle grandi aree metropolitane con un imponente, insostenibile, aumento dei volumi di attività e prestazioni, con gli stessi organici, calibrati per la popolazione residente, già insufficienti e vetusti anche solamente per questa, il personale é drammaticamente stremato. Ovviamente la stessa situazione, viene drammaticamente vissuta nei restanti territori a causa dello stato di abbandono cagionato da una condotta irresponsabile da parte di chi aveva il dovere e la responsabilità di garantire una sanita efficiente su tutto il territorio regionale. In sintesi, ecco che ci troviamo a dover gestire situazioni dove Tutti i pronti soccorso sono di fatto al collasso. A fronte di ciò, consideriamo Non più tollerabile continuare ad assistere, ad un oramai consolidato processo di depotenziamento e impoverimento delle restanti aree regionali, per quanto riguarda servizi e personale, Per troppo tempo si è disinvestito nel nostro sistema sanitario regionale, adesso è tempo di invertire la rotta. Stante l’attuale situazione è necessaria l’istituzione di una ‘Unita di Crisi Regionale’ che affronti in deroga, nel brevissimo l’intera situazione, con dei provvedimenti straordinari immediati, che di seguito vengono rappresentati : Rivedere i Piani del Fabbisogno del Personale di tutte le Aziende, rendendoli attinenti e congrui alle reali necessita, non basandoli a meri calcoli teorico ragionieristici. Attuare un piano straordinario di assunzioni, che dovrà prevedere anzitutto le stabilizzazioni di tutto il personale, nessuno escluso, ancora oggi precario nelle varie aziende, non è tollerabile continuare a mantenere precario personale necessario che da anni le varie aziende hanno in dotazione nei loro organici. Immediatamente successivamente indire tutti i concorsi necessari al reale fabbisogno. Riprogrammare completamente tutte le aree, rendendo funzionanti e funzionali tutte le aree extra metropolitane, potenziandole come servizi e personale. Affrontare la criticità contingente delle grandi aree metropolitane di Cagliari e Sassari, che sono in grande sofferenza per i motivi precedentemente esposti, e necessitano in questa fase, di urgenti misure eccezionali su ogni fronte (personale, risorse, programmazione), oltre che di tutte le aree extra metropolitane regionali, che vivono situazioni di grave sofferenza. Prevedere per il triennio 2024-2026 stanziamento di risorse aggiuntive regionali, poiché il finanziamento del triennio precedente, si è concluso il 31.12.2023, ed è pertanto assolutamente necessario prevedere un finanziamento regionale su tutte le aree e aziende della regione. Va considerato inoltre l’imponente ricorso allo straordinario e alle pronte disponibilità, conseguente a quanto rappresentato, sta generando un grave impoverimento del relativo fondo dei lavoratori, con serie conseguenze per gli stessi, sugli altri istituti della primalità e delle indennità, che rischiano a consuntivo di divenire risibili e per i quali sono indispensabili risorse apposite per perequare questa stortura di sistema, nei quali i lavoratori sono vittime. E tempo di passare dai proclami e parole ai fatti”. La UilFpl da subito mette a vostra disposizione tutta la sua competenza e conoscenza dei problemi, proponendosi come parte attiva e propositiva in una delicatissima fase che non può e non deve vederci contrapposti ma, uniti e con la reciproca volontà tesa a risolvere i problemi di un comparto fondamentale come quello della sanita pubblica. | cittadini della Sardegna meritano un SSR degno di questo nome. | lavoratori tutti, medici, infermieri, Oss, personale tecnico, amministrativi ecc., che in tutti questi anni hanno portato avanti l’intero sistema e continuano a farlo, nonostante questa situazione e queste condizioni, meritano rispetto, consideriamo finito il tempo delle parole, adesso ci aspettiamo fatti concreti. Iniziamo, stanziando risorse economiche dignitose, che facciano crescere realmente gli stipendi, che sono vergognosamente i più bassi d’’ltalia, riconoscendo in modo tangibile il grande lavoro profuso. Mettiamo mano ai fondi contrattuali sui quali sono presenti delle criticità enormi. Facciamo vera programmazione e organizzazione, invece di rincorrere ‘emergenza di turno. Come su manifestato, confermiamo tutta la nostra disponibilità al dialogo ed al confronto, contribuendo concretamente con proposte proprie alla far si che in Sardegna la sanita pubblica torni ad essere il fiore all’occhiello non solo della politica, ma di tutti gli operatori e di tutta una popolazione”.


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