Pronto soccorso al collasso: al Brotzu 42 pazienti e attese fino a dieci ore
Un’immagine che parla da sola, quella pubblicata dal portale ufficiale SardegnaSalute – Monitor Pronto Soccorso, aggiornata alle 21.00 di ieri, e che fotografa una situazione ormai diventata strutturale: il Pronto Soccorso dell’AO Brotzu di Cagliari è al limite della sostenibilità.
Alle ore 21 risultavano 42 persone presenti complessivamente, distribuite tra pazienti già in visita e pazienti in attesa. I numeri più allarmanti riguardano i tempi di attesa, che per i codici azzurri e verdi oscillano tra le 6 e le oltre 9 ore, con stime che arrivano fino a 10 ore per alcuni accessi. Un’attesa interminabile per persone che, pur non essendo in pericolo immediato di vita, necessitano comunque di cure, diagnosi e assistenza.
Un pronto soccorso bloccato dall’affollamento
Secondo i dati visualizzati nella schermata ufficiale, decine di pazienti attendono di essere visitati mentre altri sono già in carico al personale sanitario, che continua a lavorare sotto pressione costante. La presenza contemporanea di codici rossi, arancioni, azzurri e verdi evidenzia come il sistema sia costretto a gestire emergenze vitali insieme a patologie differibili, senza filtri efficaci a monte.
Il risultato è un imbuto pericoloso: i casi più gravi assorbono giustamente risorse e attenzione, mentre gli altri pazienti restano bloccati per ore su barelle o sedie, in ambienti sovraffollati, spesso senza informazioni chiare sui tempi reali di attesa.
Una crisi che non è più emergenza, ma normalità
Quella del Brotzu non è un’eccezione, ma l’ennesima conferma di una crisi cronica del sistema dell’emergenza-urgenza in Sardegna. Carenza di personale, posti letto insufficienti, difficoltà nei ricoveri e una medicina territoriale incapace di intercettare i bisogni prima che diventino urgenze stanno trasformando i pronto soccorso in reparti di degenza improvvisati.
Le attese di sei, otto, dieci ore non sono più un evento straordinario, ma la norma quotidiana per migliaia di cittadini. Una situazione che mette a rischio la dignità dei pazienti, la sicurezza delle cure e la tenuta psicofisica di medici e infermieri, costretti a operare in condizioni estreme.
Trasparenza dei dati, assenza di soluzioni
La pubblicazione in tempo reale dei dati da parte di SardegnaSalute rappresenta un atto di trasparenza importante. Ma la trasparenza, da sola, non basta. I numeri raccontano una realtà che i cittadini conoscono fin troppo bene e che chiede risposte strutturali, non interventi tampone.












