La prima campanella del nuovo anno scolastico è suonata tra le polemiche alla scuola secondaria di via Caravaggio a Sinnai. L’istituto dovrà essere abbattuto e ricostruito totalmente dal Comune grazie ai fondi del Pnrr, ma tantissime famiglie si trovano spiazzate per la decisione presa dall’amministrazione comunale, cioè garantire otto aule nel plesso di Sant’Isidoro, molto distante dall’attuale scuola e privo di tanti servizi. Così, oggi i docenti, i genitori e gli studenti hanno protestato davanti ai cancelli di quella scuola che, presto, verrà rasa al suolo: “L’iniziale entusiasmo di studenti, genitori e docenti della scuola secondaria di via Caravaggio di Sinnai di avere una nuova e bellissima scuola è stato presto scalzato da sentimenti di preoccupazione e rabbia. Il plesso verrà demolito e ricostruito grazie ai fondi ottenuti con la partecipazione al bando di un concorso inserito nel Pnrr, al quale hanno collaborato in modo solerte e alacre studenti e docenti della stessa scuola durante l’anno scolastico appena trascorso. Il punto è: durante i quattro anni previsti per la realizzazione del progetto, i ragazzi dove frequenteranno la scuola? Inizialmente rassicurati dall’amministrazione comunale, soltanto il 29 agosto il dirigente scolastico, Giovanni Gugliotta, è stato informato della decisione di collocare la scuola secondaria nel plesso di Sant’Isidoro, insieme alla scuola elementare dell’IC 1”, spiegano i prof e genitori a capo della protesta: Giovanni gugliotta, Lucia Piras,Sandra Nonnis, Maria Rosaria Porcheddu, Brunello Pisu, Alessandra Serreli, Pierpaolo Costa, Pierpaolo Girau, Daniela Di Luglio, Minela Sinanovic, Tiziana Spiga, Romina Serreli, Roberta Besalduch, Michela Corona, Carla Serreli, Jessica Perra, Stefania Atzei, Barbara Baldino, Barbara Murru e Roberta Mestroni.
“Non ci sarebbe nulla di male in questa scelta se non fosse che questa può essere una soluzione solo temporanea. Infatti lo stesso dirigente durante l’assemblea del 7 settembre, svolta in aula consiliare alla presenza di amministratori e funzionari comunali e dei genitori interessati, ha prospettato una soluzione decisamente più vantaggiosa sotto una serie di aspetti: ricavare 3 o 4 aule dall’aula magna della sede centrale di via Caravaggio e collocarne altre 4 o 5 prefabbricate nel cortile dell’ex Masise, adiacente alla stessa sede centrale. Questa soluzione garantirebbe agli alunni di un intero ciclo scolastico una piena offerta formativa con laboratorio di informatica, palestra coperta di via Giotto e sala mensa. Invece la soluzione adottata e promossa caldamente dall’amministrazione appare assolutamente inadeguata e discriminante per tutta una generazione di iscritti, in quanto questi ragazzi saranno privi di laboratorio di informatica, palestra coperta e sala mensa: infatti in questo momento l’unica garanzia formativa data agli studenti sono le otto aule per le otto classi. Ad aggravare ulteriormente la situazione si aggiunge la totale assenza di un trasporto pubblico che permetta agli studenti di potersi recare dal proprio quartiere a quello di Sant’Isidoro: non c’è uno scuolabus e non c’è stata neanche la volontà di rivolgersi all’assessorato regionale ai trasporti per richiedere all’Arst una o due fermate suppletive”. Ecco i motivi della protesta, che potrebbe continuare nei prossimi giorni: “Ora, le promesse non servono, servono fatti concreti e ad oggi di concreto ci sono solo otto aule collocate dall’altra parte del paese senza la possibilità di usufruire di un servizio di trasporto pubblico. A questo punto la domanda è: l’innovativa scuola del futuro che esisterà tra quattro anni chi la frequenterà? Non ci saranno più alunni, già molti hanno richiesto il nulla osta per frequentare in istituti di altri comuni. Insomma la certezza di questo momento, 14 settembre 2022, è la discriminazione di un’intera generazione di iscritti che non potrà frequentare la scuola dell’obbligo nel proprio quartiere, pur essendocene la possibilità e avendone il sacrosanto diritto”.










