Un cittadino senegalese di 40 anni è finito in carcere con le pesantissime accuse di tentato omicidio aggravato della figlia e lesioni e maltrattamenti contro la moglie. A eseguire l’ordinanza di applicazione della custodia cautelare in carcere, su decisione della procura della Repubblica, sono stati gli agenti della squadra mobile della questura di Oristano. Il senegalese, pluripregiudicato, residente da anni ad Oristano con la moglie, era già arrestato in flagranza di reato dalle volanti della questura lo scorso 19 marzo per il reato di resistenza a pubblico ufficiale, e da allora, si trova recluso presso il carcere di Massama. Le indagini della mobile hanno fatto emergere un quadro di maltrattamenti perpetrati per anni nei confronti della donna, la quale, senza aver mai denunciato nulla, più volte, si è dovuta recare al Pronto soccorso per farsi curare le ferite rimediate dalle botte ricevute dal marito, spesso ubriaco.
Il maggior numero delle aggressioni, così come riferito dalla donna, erano dovute a motivi legati ai soldi, alle ripetute richieste di denaro fatte da parte del marito per andare a giocare alle slot machine e comprare alcolici; la donna, ogni giorno, instancabilmente, usciva di casa per vendere oggetti e cercare così di portare avanti la famiglia. Di alcune delle aggressioni subite la donna porta, ancora oggi e forse per sempre, sul viso e le braccia i segni delle evidenti cicatrici; l’uomo non si è “limitato” ad insultarla pesantemente e picchiarla con calci schiaffi e pugni, ma una volta le ha pure rotto sulla faccia una bottiglia di vetro, sfregiandole il viso
La donna è stata picchiata anche lo scorso 30 gennaio, quando era in stato di gravidanza, all’ottavo mese, tanto che si è dovuta recare, per l’ennesima volta, al Pronto soccorso per farsi curare; i medici, viste le sue condizioni, l’hanno fatta partorire subito, praticandole un taglio cesareo. Il marito ha aggredito anche la neonata: quando aveva appena quarantacinque giorni di vita l’ha strappata dalle mani della madre e l’ha buttata per terra, prima di raccoglierla e riconsegnarla alla donna, ovviamente terrorizzata. Lei, a quel punto, è scappata in strada stringendo forte forte la piccola e cercando di rifugiarsi dai vicini di casa. Il 40enne l’ha inseguita e colpita con pugni al viso. Una spirale di violenza terminata grazie all’intervento di alcuni passanti. Madre e figlia, dopo l’intervento tempestivo delle Volanti, erano state accompagnate in ospedale. Dalla perizia disposta dalla procura della Repubblica sulla documentazione medica, è emerso che i segni rilevati sul corpo della piccola presso l’ospedale erano compatibili con una caduta da una altezza di circa un metro e mezzo e, tenuto conto della fragilità delle strutture anatomiche dei neonati, poteva risultare fatale e astrattamente idonea a provocare la morte; il colpo subito dalla piccola dunque, pur idoneo a tal fine, solo per fortuita casualità non ha riguardato zone vitali. L’arrestato, inoltre, non ha le carte in regola per restare in Italia.











