Poggio dei Pini, la spiaggia di Cala D’Orri ceduta al Comune di Capoterra: scontro sui nuovi 4mila metri quadri di superficie coperta dati in cambio.Poggio dei Pini perde definitivamente la sua storica spiaggetta, ma il consigliere Franco Magi avverte: “Impossibile costruire a 300 metri dall’arenile, gli abitanti che lo affermano hanno preso una baggianata” Franco Magi spiega così nei dettagli: “Con l’approvazione della nuova convenzione di Poggio dei Pini, attesa da decenni, la “spiaggia” di Cala d’Orri verrà ceduta al Comune di Capoterra. In tale contesto, un gruppo di abitanti di Poggio – che hanno tutta la mia solidarietà per non aver capito assolutamente nulla di ciò che hanno improvvidamente scritto – sostiene su tali aree in riva al mare “potranno costruirsi su 6 ettari circa 4.000 mq di superficie coperta”. Io sono convinto che tali affermazioni siano state fatte in assoluta buona fede, ed è questo che mi preoccupa, ma una simile incapacità di lettura delle norme risulta inescusabile laddove tali soggetti siano in possesso di titoli di studio ed esperienze lavorative che consentano di comprendere il semplice apparato scritto di una norma di legge (peraltro conosciuta a chiunque, indipendentemente dal tutolo di studio). Ebbene, ai sensi dell’art. 142 del d.lgs. n. 42/2004 esiste una inedificabilità assoluta dei territori costieri compresi in una fascia della profondità di 300 metri dalla linea di battigia, anche per i terreni elevati sul mare, e semmai ve ne fosse dubbio la fascia di tutela costiera dei 300 metri dalla battigia marina è inedificabile anche ai sensi della legge regionale n. 23/1993 (art. 2, comma 1°, lettera a). Suscita pertanto ilarità e stupore l’affermazione di chi immagina volumetrie ed aumento di valore di tali terreni, di cui si sbaglia perfino il controvalore stimato (71.712,00 euro per la predetta associazione, ma in realtà l’importo della cessione è di 89.640,00 euro). Non servirebbero ulteriori commenti, se non nel ricordare ciò che è la “spiaggia” di Poggio. Preliminarmente occorre chiarire che non si tratta di spiaggia (che è un bene demaniale), ma delle aree retrostanti, ragione per la quale il termine “spiaggia” è usato impropriamente. Tali terreni furono acquistati con la fondazione della Cooperativa Poggio dei Pini, negli anni ’70 (forse non c’era nemmeno la Saras) con l’intento di farne servizi balneari per i soci. Per oltre 60 anni le aree in questione sono rimaste cannetti inutilizzati, e nessuno oggi mai potrebbe pensare di farne un “lido”. Tanto più che parrebbe che il tratto di costa non sia nemmeno stato bonificato dai residui bellici della seconda guerra mondiale”, conclude Magi.