Si scrive Iuc, ma per gli albergatori sardi sono tre lettere capaci di creare un abisso tra una situazione di leggero guadagno e una di consistente perdita. Meglio, salasso: l’imposta comunale unica che comprende Imu, Tasi e Tari mette in crisi tantissimi imprenditori. L’operazione è semplice: il tot incassato viene centrato in pieno dalla mannaia del tanto odiato triplo balzello. Insomma, il sorriso a metà c’è tutto. La conferma arriva da Mauro Murgia, presidente di Federalberghi Sud Sardegna e vicario della sezione regionale.
“La Iuc è già stata considerata incostituzionale, perché non proporzionata a quanto può realmente pagare un’azienda. Il gettito annuo di 1 miliardo in tutta Italia fa gola, ecco perché non viene cancellata. Un hotel con 50 stanze deve pagare 100mila euro l’anno, una follia. Gli operatori sono contenti perché c’è un buon aumento di presenze, ma i problemi del passato sono gli stessi del presente”.
Bene. Cioè, male. Che fare? La ricetta di Murgia è semplice e concreta, ma perché si trasformi in realtà serve l’intervento della Regione. “Deve investire sulle strutture esistenti per garantire una destagionalizzazione efficace. Gli albergatori devono poter garantire il massimo dell’ospitalità anche nei mesi di spalla, quando serve avere il riscaldamento funzionante o la protezione dagli agenti atmosferici”. E c’è di più. “Dopo il contributo per chi assume personale tutto l’anno, l’assessorato regionale del Lavoro deve ridurre anche il costo degli oneri sociali”.









