di Paolo Rapeanu
Non è sicuro il collegamento diretto tra Davide Sau e Michele Pili, Mario Calledda e Angelo Pisano nel tentato rapimento-rapina ai danni della famiglia del ristoratore Alberto Melis. A differenza di quanto emerso nelle scorse ore dagli uffici della Squadra mobile, infatti, “sono ancora in corso tutta una serie di accertamenti e approfondimenti per verificare l’eventuale legame tra Sau e i tre malviventi per la pianificazione della rapina, e il materiale ritrovato non è ancora riconducibile a loro”, spiega il dirigente della squadra mobile di Cagliari, Marco Basile. Di certo c’è quanto ritrovato a casa del fratello del giocatore del Cagliari, in via Is Maglias. Una vera e propria “santabarbara”.
“Una pistola Beretta calibro 7,65 caricata con otto proiettili e risultata rubata, un’altra pistola marca Bruni e “rifornita” con quattro proiettili calibro 38, più altre trentasette cartucce e cinque buste in cellophane piene di marijuana essicata, per un peso complessivo di tre chili”. Ancora: i poliziotti hanno trovato “un chilo e mezzo di esplosivo, vari caschi da motociclista, guanti e fascette da elettricista, targhe rubate alla polizia Municipale, un manufatto della ‘Dea Madre'”, così riporta il comunicato della polizia. Sau è già stato rinchiuso nel carcere di Uta. “Il covo, oltre ai tre arrestati per la tentata rapina ad Alberto Melis, potrebbe essere anche il punto di appoggio di altri criminali”, aggiunge Basile.












