Si è ritrovato senza il pellet e, anche in previsione del crollo delle temperature dei prossimi giorni, ha deciso di fare nuove scorte. Ma Sergio Di Guilmi, 70enne quartese, pensionato, ex agente finanziario, ha dovuto macinare tanti chilometri, spendendo pure in benzina, prima di trovare non un prezzo conveniente ma quello meno caro: “A Quartucciu, 7,50 euro per un sacco di quindici chili di combustibile. E il titolare dell’azienda mi ha pure detto che non me ne poteva vendere più di cinque sacchi”. Il motivo della restrizione? Forse legato alla caccia, ancora in corso, al preziosissimo pellet. Prima, però, Di Guilmi ha avuto modo di restare inorridito da altri prezzi: “In una rivendita di Quartu nove euro, un mese fa era a cinque, massimo cinque euro e cinquanta”. Un rialzo mostruoso, quasi del doppio: “Ultimamente sta scarseggiando e, a parte chi fa facile ironia dicendo che tanto siamo in primavera, penso proprio che con la scusa della guerra qualcuno ci stia marciando”, osserva il pensionato. Che, non essendo un “marziano” ma un essere umano come tutti, non ha scampato gli aumenti delle bollette e del cibo.
“Se continua così acquisterò online anche il sugo per condire la pasta. È inutile che i negozianti si lamentino dei pochi affari se, poi, propongono prezzi da infarto. La crisi c’è per tutti, risparmiare è diventata una triste ma imprescindibile necessità”.










