Il meccanismo era squallido quanto collaudato: adescavano le bambine su una community di Netlog e, dopo essersi scambiati i riferimenti, intrattenevano rapporti con loro attraverso Messenger, Skype e WhatsApp, acquisendo filmati e foto delle loro conversazioni in cam.
I pedofili – con un’età compresa tra i 25 ed i 54 anni – sfruttavano la tecnologia in tutto i modi e, organizzati in rete, riuscivano a raggiungere minorenni di diverse città. Il maxi blitz, denominato “Micione mio”, è stato eseguito oggi dalla polizia postale di Udine che ha proceduto a decine di perquisizioni, coordinate dal Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia On-Line di Roma e dalla Sezione Polizia Postale e delle Comunicazioni di Udine. Sequestrati 22 computer, 46 hard disk, 508 supporti CD e DVD, 46 pen drive usb, 50 telefoni cellulari e sim card, 11 memory card e documentazione varia ritenuta utile per il proseguimento delle indagini.
Coinvolti due sardi, insieme ad altre ventidue persone denunciate tra Pesaro, Udine, Roma, Palermo, Caserta, Vibo Valentia, Brescia, Latina, Cagliari, Avellino, Monza e Brianza, Enna, Milano, Verbania, Lecce, Savona, Lucca, Forlì e Cesena, Genova, Torino, Bari, Verona e Benevento. Si tratta di impiegati, liberi professionisti, studenti, operai e pensionati: i pedofili finiti nella rete della polizia postale di Udine fanno lavorano in diversi settori. I sardi coinvolti sono due giovani residenti nella provincia di Cagliari, di 38 e 25 anni.
Le abitazioni dei due sono state passate al setaccio dagli agenti della Polpost di Cagliari: nell’abitazione venticinquenne è stato trovato e sequestrato materiale informatico che sarà ora analizzato dagli esperti della polizia postale. Le accuse, per entrambi, sono di adescamento di minori su Internet e detenzione di materiale pedopornografico.











