È arrabbiato e, contemporaneamente, ancora scosso, Mariano Paolella. 54 anni, qualche mese fa ha preso in affitto un locale in via Paganini, trasformandolo in un salone da parrucchiera: “Cinquantamila euro spesi e ogni mese l’affitto da pagare, non mi sarei mai aspettato di vivere un fatto simile”. Il riferimento è all’aggressione che ha subìto sua figlia Claudia, 21 anni, il cinque ottobre scorso: “Sono stati dei cinesi che hanno un salone a poca distanza dal nostro, semplicemente perchè una delle mie lavoratrici aveva deciso di non collaborare più con loro. Alla faccia della libera concorrenza, ormai è impossibile lavorare così, chi è che controlla tutti quei cinesi che arrivano sino a qui e comprano attività commerciali pagando tanti soldi senza problemi?”, domanda, arrabbiato, l’imprenditore.
“Dal giorno del fattaccio le cinque ragazze che lavorano hanno sempre la porta chiusa a chiave e, a turno, c’è sempre un uomo presente in caso di pericolo. Non mi sento tutelato dalla legge, abbiamo chiamato due volte la polizia ma, nonostante mia figlia fosse addirittura ferita, non è stato preso nessun provvedimento”. La battaglia di Paolella va avanti: “Mia figlia ha denunciato tutto, a breve porterò tutte le carte all’avvocato, voglio assolutamente chiedere i danni materiali e fisici”.











