Un uomo d’altri tempi, in tutti i sensi. Di quelli che, una volta finito il turno di lavoro, sapeva come divertirsi e godersi la vita, nonostante qualche difficoltà fisica. Paoletto Desogus (Paolo solo sulla carta d’identità) se n”è andato a sessantasette anni in un letto del reparto di Cardiologia del Brotzu: ricoverato da qualche giorno in seguito a un calo di pressione, l’ha stroncato un infarto. Proprio l’ospedale nel quale, per decenni, aveva lavorato come amministrativo nell’ufficio protocollo. È stato lui, per decenni, a smistare tutta la corrispondenza tra i reparti. Conosciuto e stimato da tutti, dagli infermieri ai primari, dagli Oss ai soccorritori del 118, sanbenedettino doc (il funerale sarà infatti nella chiesa di San Paolo in piazza Giovanni XXIII, venerdì alle 11) oltre a essere un volto storico del più grande ospedale della Sardegna è stato anche un grande organizzatore di eventi. A ricordarlo, con le lacrime agli occhi, è uno dei suoi fratelli, Carlo, per tanto tempo ai vertici della Camera di commercio di Cagliari: “Era celibe per vocazione”, ricorda, come a voler stemperare un po’ la tristezza e la difficoltà delle ultime ore, “mio fratello era un grande organizzatore di eventi. Lo chiamavano dalle discoteche chiedendogli di portare quanta più gente possibile. E lui, forte di un vastissimo giro d’amicizie, riusciva sempre a riempire le piste. ha organizzato tane feste nella sua casa del Poetto e fatto tanti viaggi. Dall’Australia al Messico, passando per la Thailandia: praticamente ha girato il mondo e si è goduto la vita”.
Una vita all’insegna del sorriso nonostante qualche problema fisico sin dalla nascita: montagne insormontabili per molti ma non per Paoletto Desogus: “Era sempre pronto a fare festa e divertirsi. Quando c’era una serata danzante era pronto a dare tutti i passaggi che servivano ai suoi amici pur di portarli nel locale di turno”. Un uomo che si è saputo godere la vita, Desogus, e che ha lasciato un ottimo ricordo in tantissime persone. Sui social c’è addirittura chi, piangendolo, lo definisce “il re del Brotzu”. E qualcosa vorrà pur dire.










