Buoi utilizzati per il trasporto delle traccas e del cocchio di Sant’Efisio, dopo la denuncia della Lav, “animali tristi e sfruttati”, e la replica dei devoti stampacini, “cari animalisti, le tradizioni non si toccano”, il dibattito rimane accesissimo proprio nei giorni della 363esima edizione della festa del martire guerriero. E anche i lettori di Cagliari Online dicono la loro. Come nel caso di Paola Mura: cinquantadue anni, impiegata presso una società di elaborazione dati, frequenta assiduamente “la parrocchia di San Sebastiano, al Cep”, si definisce “una cattolica molto credente” ed è assolutamente contraria all’utilizzo di animali durante la pluricentenaria sagra: “Proprio perché credo in Dio so perfettamente che ha donato all’uomo gli animali perché lui se ne cibasse e li utilizzasse nell’antichità. Ma il mondo si è evoluto, siamo nel 2019 e certe cose sono assolutamente impensabili, oggi ci si sposta con altri mezzi e non con le bestie. Queste forme di credenze popolari non vanno bene se non si rispettano gli animali”, afferma la Mura.
“Sant’Efisio non è più felice se la sua statua viene trasportata da due buoi o in spalla dai fedeli, anzi, forse quest’ultima opzione ha pure un significato più importante. Ho due adorabili cagnetti ma non per questo mi definisco un’animalista, odio le etichette ma serve rispetto. No ai bigottismi”, prosegue la 52enne. “Per tanti anni ho visto e vissuto dal vivo la processione del martire guerriero, da qualche anno non ci vado più perché preferisco lasciare spazio ai turisti e alle persone che se la sentono. Se avessi visto di persona il bue scivolato fuori dalla chiesetta di Stampace avrei provato sicuramente un forte disagio”.












