Condannato per minacce in primo grado, assolto in appello. Succede a Cagliari, dove un ottantenne di Quartu vede totalmente ribaltarsi, a suo favore, una sentenza legata da un’aggressione che, stando all’accusa, risale al 2016. La sentenza di assoluzione risale a ieri, da parte della triade di giudici del secondo grado con in testa Tiziana Marogna. E ora c’è un anziano che ha la fedina penale immacolata da un lato e una donna di 57 anni che giura di non riuscire a darsi pace. Tutto inizia nel 2016. Stando alle accuse, all’epoca il settantaduenne e la donna vivevano nello stesso condominio. Un giorno l’anziano le avrebbe puntato un coltello alla gola in ascensore, minacciandola: lei si è difesa, è rimasta ferita con graffi e anche lividi e ha denunciato tutto ai carabinieri. I giudici del primo grado danno ragione alla donna e condannano l’uomo per minacce, più il pagamento di mille euro e il risarcimento dei danni, da definirsi in separata sede. Ma lui non ci sta e, tutelato dall’avvocato Massimo Delogu, ricorre in appello. E vince: “I giudici hanno ritenuto valido, come fondamento, il fatto che ciò che ha denunciato la donna non sia mai accaduto”, spiega, contattato da Casteddu Online, il legale dell’uomo. Tra lui e la 57enne riconosciuta vittima in primo grado e “sconfessata” in secondo, oggi, ci sono molti chilometri di distanza.
“Vivo da un’altra parte, mi sono trasferita poco dopo essere stata aggredita”, spiega la 57enne, seguita dal legale Stefano Lai, a Casteddu Online. “Ho sempre avuto come prove i referti del pronto soccorso e la testimonianza di mia figlia. Con quel vicino avevo litigato per dei lavori che aveva eseguito sopra il mio appartamento, creandomi seri danni. Il coltello puntato alla gola e i lividi e le ferite sono purtroppo vere. Si parla tanto di lotta contro il femminicidio, scarpette rosse, e poi nelle sedi dove si dovrebbe fare giustizia le donne, almeno basandomi sulla mia esperienza ma anche su altri casi, non vengono neanche tutelate”. Certo, c’è una sentenza di secondo grado che sconfessa le ricostruzioni fatte dalle 57enne. “Attendo di conoscere le motivazioni della sentenza di assoluzione per capire il da farsi e fare opposizione in cassazione”. Una vicenda strana, comunque la si voglia vedere. Anche perchè, stando a quanto trapela, oltre alle lamentele per i lavori edili, ci sarebbero stati scontri, anche duri, tra la cinquantasette e la moglie dell’aggressore, spesso sfociati in “auguri” irripetibili, anche di morte. Tra circa 90 giorni la donna conoscerà le motivazioni dell’assoluzione dell’ottantenne.










