Sei nomination e ben 5 statuette per il film indipendente “Anora”, di Sean Baker, che conquista miglior film, regia, attrice protagonista, la giovane MiKe Madison, montaggio e sceneggiatura originale. “Ai registi dico di fare film da proiettare nelle sale, ai distributori di lavorare sulle uscite nei cinema e ai genitori di portare i figli in sala, loro saranno la prossima generazione di cinefili”, ha affermato Baker. “Grazie a mamma a papà e ai miei fratelli: è tutto surreale, è un sogno che si realizza, forse mi sveglierò domani”, le parole dell’attrice 26enne. Statuetta che molti credevano sarebbe andata nelle mani della meravigliosa Demi Moore per la sua interpretazione in “The Substance’, data per favorita da settimane. Migliore attore protagonista (e questo c’era da aspettarselo) Adrien Brody, al suo secondo Oscar dopo quello vinto 22 anni fa con ‘Il pianista’ di Roman Polanski. Premiato per l’interpretazione dell’architetto ungherese László Tóth scampato a Buchenwald ed emigrato negli Stati Uniti, Brody ha ringraziato per “l’incredibile onda di amore che ho sentito intorno a me” e perché vincere dimostra che “c’è sempre la possibilità di ricominciare da capo”. E conclude: “Sono ancora una volta su questo palco a rappresentare i traumi e le ripercussioni della guerra, del razzismo e dell’antisemitismo sistematico. Prego per un mondo più inclusivo: se il passato può insegnarci qualcosa, non lasciamo che l’odio continui a esistere senza trovare opposizione. Lottiamo per ciò che è giusto, continuiamo ad amarci e a sorriderci gli uni con gli altri”.
A trionfare come ‘non protagonisti’ Kieran Culkin per ‘A real pain’ di Jesse Eisenberg e Zoe Saldana per ‘Emilia Perez’ di Jacques Audiard. Film splendido e acclamatissimo che ha visto sfumare il sogno per la nostra Isabella Rossellini, alla sua prima nomination agli Oscar per il film “Conclave”.
Una 97esims edizione “tranquilla” e senza particolari guizzi e soprattutto senza cenni politici, a parte Daryl Hannah che, presentando l’Oscar per il montaggio, ha lanciato il grido “Ucraina libera”, e dal collettivo israelo-palestinese formato da Basel Adra, Yuval Abraham, Rachel Szor e Hamdan Ballal vincitori della statuetta per il miglior documentario con “No Other Land”. Il palestinese Basel Adra ha ritirato il premio dicendo: “Ho promesso a mia figlia che non avrebbe vissuto quello che sto vivendo io sotto l’occupazione israeliana: chiediamo di fermare la pulizia etnica dei palestinesi”.