Una immagine coperta, per non urtare la sensibilità dei lettori, ritrae uno splendido esemplare impiccato, penzolante e impotente innanzi alla malvagità dell’uomo. È stata pubblicata in un gruppo dedicato al paese e condivisa sui social.
A difesa della bella volpe sarda, spesso barbaramente uccisa nelle campagne, qualche giorno fa, è intervenuta l’Agenzia Regionale Forestas che ha spiegato: “Unico canide nelle isole del Mediterraneo, in Sardegna è presente con la sottospecie endemica ichnusae differenziatasi a seguito dell’isolamento geografico. Questa sottospecie “sarda” della volpe rossa europea è più piccola: caratteristica la sua testa triangolare, il muso appuntito, orecchie e occhi grandi, tronco allungato e snello. La coda è lunga e la colorazione è bruno-rossastra o fulvo-grigiastra, inferiormente biancastra.
Diffusa in tutta la Sardegna, anche se difficilmente visibile per le sue abitudini crepuscolari ed il comportamento elusivo. Il problema delle volpi totalmente uccise ed appese alle recinzioni è (ahinoi) molto diffuso nell’Isola: spesso deriva da una tradizione agro-pastorale tanto stupida quanto dannosa e difficile da estirpare – si crede infatti che queste pratiche tengano lontane le volpi dai centri abitati e dagli allevamenti di pollame o dalle vigne (in realtà non funziona)”.
Ciò che resta sono solo i resti della bellissima volpe che ha, purtroppo, incontrato chi rispetto non ha verso ogni specie animale.












