Non è stato di certo piacevole per la comunità di Orani per un fatto di cronaca che si intreccia con ciò che fa parte anche dell’ essenza stessa del paese e delle tradizioni. Il Comune ha tenuto a rispondere alle polemiche circa presunte corse clandestine di cavalli, per le quali lo scorso 13 ottobre sono stati denunciati alcuni giovani.
Le istituzioni non vogliono che, dopo la diffusione della notizia, ci possano essere ombre su Orani e sulla correttezza e trasparenza delle attività svolte legate semplicemente alle tradizioni.
“Abbiamo atteso qualche ora prima di esprimerci pubblicamente e riteniamo necessario dire che siamo sinceramente sorpresi e amareggiati nel vedere oggi il nome di Orani campeggiare sulle prime pagine dei giornali”, precisa il Comune in un comunicato diffuso sui social. “Non per un premio letterario, non per una mostra internazionale, non per una nuova eccellenza artigiana, ma per un episodio che, con tutto il rispetto, ci pare di modesto rilievo rispetto alla storia e all’identità culturale del nostro paese. Orani è il paese di Costantino Nivola, di Salvatore Niffoi (Premio Campiello), di Marianna Bussalai e Piero Borrotzu.
È il paese che ogni anno apre con orgoglio le proprie corti, che celebra con passione il carnevale tradizionale, che si fa conoscere per le sue abilità artigianali, le manifestazioni equestri e le tradizioni che custodisce con cura e rispetto.”
“A tal proposito” prosegue la nota” ci preme chiarire che non si è trattato di “corse clandestine”, ma di vardias che non sono gare d’azzardo, ma espressioni di abilità, coraggio e senso di appartenenza, tramandate da generazioni e celebrate in molte feste tradizionali dell’isola. Così come si tramanda l’amore e il rispetto per i propri cavalli che non sono “mezzi” ma compagni di vita, curati con dedizione e affetto e parte integrante della nostra identità.”
“Siamo abituati a far notizia per ciò che ci rende unici, non per ciò che ci rende comuni.
E se, nell’organizzazione di un evento, qualcosa non ha funzionato come doveva, ce ne faremo carico con responsabilità e trasparenza.
Ci teniamo però a prendere le distanze dall’immagine che oggi si vuole dare di noi e dei nostri ragazzi: nulla di così grave è accaduto da non poter essere corretto e nulla giustifica una narrazione che ci dipinge in modo distorto.”
“Orani” concludono “continuerà a essere ciò che è sempre stato: un paese che sa fare cultura, sa fare comunità e sa fare autocritica.Ma, soprattutto, un paese che sa farsi rispettare.
Se abbiamo sbagliato qualcosa, siamo pronti a ragionare su come agire nel rispetto delle regole, perché la cultura è anche questo: avere sempre voglia di migliorarsi.”













