La Uil-Fpl denuncia con forza la chiusura del reparto di radioterapia all’Ospedale Oncologico, tra lo sgomento di tutti, increduli che un polo di eccellenza per cui sono state investite grandi risorse sia ormai giunto al capolinea. Il nuovo centro dotato di modernissime apparecchiature e personale infermieristico e medico specializzato, anche se molto sacrificato per la carenza cronica di personale, avrebbe dovuto svolgere l’importante funzione di riferimento nella rete regionale. La scelta della Regione Sardegna è chiudere, determinando ulteriori sofferenze ai pazienti più deboli che hanno bisogno di essere ricoverati per praticare un pesante ciclo di chemioterapia e radioterapia associata, necessitano di assistenza globale per tutte quelle problematiche che investono il paziente oncologico e non solo. «Perché sta accadendo questo? – si dice preoccupato il segretario aziendale Onco, Alberto Giglio – grande è lo sconcerto anche tra gli operatori che si interrogano su come si possa parlare di “non disservizio” quando sono venuti a mancare 16 posti letto e gli altri reparti di degenza, già in sofferenza per le lunghe liste d’attesa, non sono in grado di sopperire alla forte richiesta di assistenza. Dove andranno a finire “le persone” che hanno bisogno di ricovero? Non dimentichiamoci che si sta parlando di Persone. È inoltre inevitabile mettere in evidenza che nell’ultimo decennio nella realizzazione della moderna rete di radioterapia sono state investite grandi risorse con l’obiettivo di abbattere le liste d’attesa per contenere la mobilità fuori regione di pazienti sofferenti. La Uil-Fpl si appella con forza a tutte le Istituzioni che possano dare risposte concrete per salvaguardare questo importante servizio. Una buona sanità deve mettere al centro il cittadino e il malato, non becere logiche di risparmio».












