Un omicidio che, nell’agosto 2023, ha scosso profondamente la comunità di Capoterra e non solo. Luca Mameli, ucciso a soli 34 anni al Poetto di Quartu dopo una lite da Alessio Desogus, ha lasciato un vuoto incolmabile, soprattutto per la sua famiglia, di cui si fa portavoce la sorella Sara. La ragazza utilizza i canali social per chiedere ancora una volta che venga fatta giustizia per una morte così assurda. “Mio fratello nell’ultima mezz’ora in cui era in vita”, -scrive la giovane, “dopo essere stato trafitto, senza motivo, da un essere che non aveva mai visto e con cui non aveva mai avuto a che fare, ha sofferto moltissimo, era cosciente, e sentiva che la vita lo stava abbandonando”.
Nelle parole di Sara emerge tutto il dolore per ciò che lei e la sua famiglia hanno subito, ma anche la rabbia: “ha ucciso mio fratello dicendo che c’è stato caos, confusione, ed è capitato. Eppure, aveva il coltello visibile in mano e senza motivo ha colpito a morte, con tale forza da fratturare il torace e piantare la lama nel cuore e poi andarsene, senza soccorrere, proseguendo la serata in hotel”.
Toccanti i riferimenti a ciò che Luca possa aver provato e pensato in quei drammatici, ultimi istanti: “Immagino che abbia pensato a come riuscire a togliersi da quella situazione. A mamma, a noi, ai suoi nipoti. Luca voleva vivere! Era uscito a passare una serata in allegria con gli amici, non ha mai fatto male a nessuno». Sulla base di tutto questo «che attenuanti si vogliono cercare?”.
Adesso che la conclusione del processo di primo grado è sempre più vicina, in cui il pm ha chiesto una condanna a 21 anni per Desogus, Sara ci tiene comunque a scrivere che ha fiducia nella giustizia, che suona quasi come una speranza che la pena possa essere effettivamente adeguata al crimine commesso.