Poteva essere una svolta per Alberto Stasi, condannato a 16 anni per l’omicidio della sua fidanzata Chiara Poggi a Garlasco. Sembra infatti vicino la semilibertà per il 41enne, ma al momento La Procura generale di Milano, con la sostituta pg Valeria Marino, ha chiesto infatti al Tribunale di sorveglianza il “rigetto” dell’istanza avanzata dai legali di Stasi. Il motivo risiederebbe nell’intervista che Stasi ha rilasciato a Le Iene, andata in onda lo scorso 30 marzo: secondo la Procura generale non era stata autorizzata dal carcere di Bollate o dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria. I legali del 41enne, però, sostengono che la stessa non rappresenta alcuna violazione. Infatti, hanno sottoposto ai giudici un documento firmato dal direttore del penitenziario, Giorgio Leggieri: si “specifica (…) ad integrazione di quanto già inviato” e “qualora utile per la discussione”, che l’intervista, “andata in onda” il 30 marzo, “è stata registrata durante il permesso premio” il 22 marzo e “non si sono rilevate, pertanto, infrazioni alle prescrizioni”.
Per cui, i giudici, dopo aver vagliato attentamente l’intervista, valuteranno se accogliere o meno la richiesta di semilibertà per Stasi, che ormai è quasi alla fine della pena. La Procura generale precisa comunque che il “no” è legato alle modalità dell’intervista e non al contenuto della stessa.












