Nuovi guai e nuove accuse gravissime per Omar Favaro, che 22 anni fa quando insieme alla fidanzata Erika Di Nardo massacrò con 97 coltellate la madre di lei, Susy Cassini, e il fratellino Gianluca di 11 anni.
Favaro, ormai un uomo di 40 anni, si è da tempo rifatto una vita dopo aver scontato una pena di 14 anni per l’atroce delitto commesso quando era appena un ragazzino. Ad accusarlo è proprio la moglie e darne notizia è Repubblica. Secondo quanto riportato, si parla di “minacce di morte, botte, soprusi fisici e psicologici”, un clima di “costante paura” sia per la figlia che per la moglie dell’uomo, che avrebbe minacciato pesantemente“Ti sfregio la faccia con l’acido, ti mando su una sedia a rotelle, ti faccio la festa, non esci viva da qui”.
Le violenze e gli abusi durerebbero già da diversi tempo, ma solo ora la moglie ha trovato la forza per sporgere denuncia per se stessa e sua figlia. Ma le cose non sembrerebbero così immediate. Il giudice ha infatti respinto la richiesta della Procura di Ivrea di custodia cautelare per Favaro, perchè la coppia è separata e quindi non sussiste il pericolo di avvicinamento e perchè, sempre secondo il giudice, avendo già pagato per i suoi errori, “non può sostenere l’esigenza di limitare ora, di nuovo, la sua libertà”.
Per fortuna, la pm Valentina Bossi e la procuratrice capo di Ivrea Gabriella Viglione non sono affatto d’accordo con questa posizione e hanno fatto subito ricorso.
A Repubblica parla anche l’avvocato di Favaro, Lorenzo Rapetti: “Il suo passato non c’entra ma continua a perseguitarlo e non deve essere strumentalizzato come invece si sta cercando di fare in una vicenda che guarda caso nasce proprio durante una causa di separazione dove è in discussione l’affidamento della figlia”.
La relazione fra Omar e sua moglie sarebbe degenerata già dal 2019, e, sempre secondo quanto riportato da Repubblica, la donna avrebbe subito violenze di ogni tipo, da quelle fisico-sessuali a quelle psicologiche: “Polsi e caviglie legati per costringerla a subire abusi, le mani strette intorno alla gola“, oltre a dovergli consegnare il proprio stipendio.
“Omar ha appreso solo ora di queste imputazioni totalmente infondate – ha affermato Rapetti– a febbraio una perizia del giudice civile ha confermato la sua capacità genitoriale. A marzo è finito di nuovo sotto accusa”
La donna è riuscita a rifarsi una vita altrove e con un altro compagno, ma le minacce non sono cessate, nè per lei nè per sua figlia e Omar continuerebbe a interferire nella sua quotidianità.











