Olga Mascolo, affermata e bravissima giornalista di Rai 2, guarda quella casetta bianca di Silì con occhi affranti: “I vicini di casa sono sotto choc”, lei riesce a intervistare alcuni residenti, lo strazio è ancora evidente, si respira nel paesino baciato dal sole di un imprevisto anticipo di primavera. “Nessuno, nessuno poteva aspettarsi la morte di Chiara, anche se i litigi e le urla erano frequenti e duraturi”. Olga, inviata del programma “Orario14”, abituata ad affrontare per lavoro tanti casi agghiaccianti di cronaca nera, questa volta parlerebbe con quel sorriso originale che però rimane sospeso, non parte. Racconta con lucidità come Monica Vinci, la mamma 52enne di Chiara, si sia gettata da una finestra troppo bassa per morire. “Da lì ti rompi ma non muori”, dicono le esperte ospiti su Rai2 molto critiche sul fatto che la ragazzina sia rimasta affidata alla mamma nonostante gli evidenti problemi psichiatrici che l’hanno poi portata al folle gesto di ammazzarla con venti coltellate e a strangolarla col cavetto di uno Smartphone.
La tragedia è lì, sembra ancora ferma nell’aria, segnata sull’asfalto dove un mazzo di rose copre i segni del sangue. Olga Mascolo, dalla classe giornalistica sopraffina, ha passato al setaccio come Casteddu Online tutte le fonti possibili per ricostruire a mente più fredda il puzzle di un caso di cronaca impressionante che dalla Sardegna diventa nazionale. Dal suo cellulare intervista lo zio Mariano Carta: “il papà di Chiara quando sono arrivato il posto mi ha fatto un gesto con le due mani, come l’arbitro quando fischia la fine di una partita. Voleva dirmi: è finita per me, per tutti, questa volta è finita davvero”. Viene fuori sempre di più l’ipotesi che la ragazzina che stava per compiere 14 anni volesse tornare ad abitare col padre e si stesse riavvicinando a lui dopo la separazione dalla mamma, e forse questo potrebbe essere stato il movente di quel gesto fatale, violentissimo, talmente atroce che l’inviata Olga riesce a raccontarlo benissimo, ma senza evitare di trasparire una grande emozione: “Quel fatto mi è rimasto dentro, questa storia mi ha colpito tanto e mi resterà nel cuore”, racconta al collega. Durante la diretta cammina a passi lenti, come per scandire anche fisicamente la situazione surreale di una casa dove non c’è più nessuno, solo un silenzio assordante.
Nel suo passato una grandissima passione per il giornalismo: a soli 38 anni inviata in Rai, dopo essere passata per Mattino 5, il programma radiofonico “La zanzara” di Radio 24 e gli articoli su Fanpage, lunghi reportage nei quali viene fuori una scrittura purissima, quasi di cristallo eppure molto incisiva e particolare che la sta portando a una grande carriera professionale. Silì però non la dimenticherà mai, come quei cinque mesi a combattere col Covid che aveva raccontato in un’appassionante auto ritratto con la malattia sulle pagine del Corriere. “Io, sull’altalena del virus”. La cronaca riserva tante sorprese ma forse neanche lei si sarebbe aspettata di ritrovarsi in un lunedì di Carnevale col telefonino in mano davanti a una casetta sequestrata, in una stradina di uno dei più piccoli paesi della Sardegna, a raccontare un dramma così straziante come quello di Chiara. E quando la telecamera di Rai Due si spegne, il lavoro di Olga continua ma le lacrime stavolta sono tutte negli occhi dei telespettatori.











