È il taser utilizzato sabato scorso dai militari al centro dell’attenzione dopo la morte di Gianpaolo Demartis, 57 anni, avvenuta sabato sera a Olbia in seguito a un intervento dei carabinieri. L’uomo, in evidente stato di alterazione, stava aggredendo alcuni passanti quando è stato bloccato con l’uso del dispositivo. Poco dopo, durante il trasporto in ambulanza verso l’ospedale, è deceduto per arresto cardiaco.Ma c’è un altro dettaglio che emerge e su cui ci saranno approfondimenti: l’uomo aveva una ferita alla testa, da accertare se precedente, se causata dalla caduta dovuta al taser o se invece provocata da altro.
Il taser impiegato nell’intervento è stato sequestrato su disposizione della procura di Tempio Pausania, che ha avviato verifiche tecniche sull’effettivo utilizzo e sull’eventuale ruolo avuto nell’arresto cardiaco. Determinante sarà stabilire il numero di scariche elettriche ricevute da Demartis, già affetto da problemi cardiaci. Secondo fonti investigative, una singola scarica non sarebbe di per sé letale, ma più impulsi in sequenza potrebbero aver aggravato le sue condizioni. I carabinieri coinvolti nell’intervento sono stati iscritti nel registro degli indagati per omicidio colposo, un passaggio tecnico necessario in vista dell’autopsia fissata per giovedì 21 agosto.
Il taser impiegato nell’intervento è stato sequestrato su disposizione della procura di Tempio Pausania, che ha avviato verifiche tecniche sull’effettivo utilizzo e sull’eventuale ruolo avuto nell’arresto cardiaco. Determinante sarà stabilire il numero di scariche elettriche ricevute da Demartis, già affetto da problemi cardiaci. Secondo fonti investigative, una singola scarica non sarebbe di per sé letale, ma più impulsi in sequenza potrebbero aver aggravato le sue condizioni. I carabinieri coinvolti nell’intervento sono stati iscritti nel registro degli indagati per omicidio colposo, un passaggio tecnico necessario in vista dell’autopsia fissata per giovedì 21 agosto.












