Una frode ai danni dello Stato per oltre 9 milioni di euro e l’individuazione di 26 presunti responsabili per reati che spaziano dalla truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche all’emissione ed utilizzo di fatture per operazioni insistenti, dalla ricettazione al riciclaggio ed autoriciclaggio dei proventi illeciti conseguiti: sono le risultanze di un’articolata indagine conclusa dai finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Sassari coordinati dal Procuratore Capo della Repubblica Gregorio Capasso – e dai Sostituti Luciano Tarditi e Nadia La Femina, nell’ambito di un’azione antifrode sinergica tra Fiamme Gialle ed il pool economico finanziario costituito presso la citata Procura.
La complessa operazione di servizio è stata condotta dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Sassari a contrasto di illeciti in materia di spesa pubblica, volta a garantire la corretta destinazione di risorse erogate dallo Stato per sostenere e stimolare la crescita produttiva ed occupazionale del Paese.
Gli accertamenti hanno avuto inizio a seguito di una verifica fiscale nei confronti di una compagnia con sede a Olbia, nel mercato dei titoli di efficienza energetica. Nel corso delle attività ispettive, oltre alle violazioni in materia di normativa tributaria riferibili al reato di dichiarazione fraudolenta per un’evasione di oltre 2 milioni di euro, sono immediatamente emersi all’attenzione degli investigatori ulteriori illeciti penali lesivi delle pubbliche risorse. In particolare, le conseguenti indagini hanno permesso di accertare che l’impresa controllata, attraverso la presentazione di documentazione relativa a progetti di risparmio energetico artatamente creata al fine di dimostrare lavori in realtà mai eseguiti, ha ottenuto dal Gestore dei Servizi Energetici il rilascio titoli di efficienza energetica rappresentativi dell’energia risparmiata a seguito degli interventi fittiziamente eseguiti, che venivano quindi rivenduti nello specifico mercato dell’energia ad altre società ignare.
La contrattazione sul mercato dei titoli energetici di tali certificati bianchi, secondo le indagini dei militari, avrebbe permesso alla società olbiese di realizzare profitti milionari, successivamente distribuiti ai vari soggetti responsabili della frode operanti tra la Sardegna, il Veneto e la Calabria mediante operazioni di ricettazione e riciclaggio consistenti nell’impiego degli indebiti guadagni in attività finanziarie ed imprenditoriali nonché nel compimento di altre operazioni in modo da ostacolare l’identificazione della provenienza delittuosa dei flussi finanziari anche attraverso l’ausilio di altre persone compiacenti.
In merito a quanto accertato, la Procura della Repubblica di Tempio Pausania ha richiesto ed ottenuto dal GIP Marco Contu, il sequestro per equivalente finalizzato alla confisca dei beni per oltre 11 milioni di euro nei confronti di 8 indagati, importo pari al ricavato della truffa e dei risparmi di imposta illecitamente conseguiti dagli stessi.










