Olbia, 8 persone denunciate per riciclaggio e frode fiscale: evasi oltre 3 milioni di euro

Scoperta ad Olbia una società operante nel settore dell’intermediazione di lavoro creata al solo fine di emettere fatture per operazioni inesistenti, al fine di consentire ad altre ditte di evadere le imposte e di sottrarsi agli obblighi previdenziali. Denunciate 8 persone.


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Olbia, scoperta una frode fiscale milionaria nel settore dell’illecita intermediazione di manodopera.

Nell’ambito di una complessa indagine economica finanziaria durata due anni, i Finanzieri del Gruppo Olbia, operando su delega della Procura di Tempio Pausania, hanno scoperto che una società con sede in città e operante nel settore della intermediazione di lavoro non era altro che una cosiddetta scatola vuota utilizzata per emettere “fatture false” al fine di consentire a numerose ditte del trevigiano di evadere le imposte dirette, l’IVA, e di sottrarsi agli adempimenti previdenziali. Sono state denunciate 8 persone, responsabili a vario titolo di delitti tributari, interposizione fraudolenta di manodopera, e riciclaggio.

Attraverso la creazione di una società di comodo intestata ad un “prestanome”, la quale formalmente forniva personale specializzato, si spostavano gli obblighi fiscali e contributivi in modo fittizio ed illecito in capo ad un ente che non avrebbe mai assolto a tali obblighi. Si tratta di una pratica particolarmente insidiosa e difficile da ricostruire. Il sospetto è maturato fin dai primi accertamenti atteso che la società olbiese, intestata ad un cittadino romeno, risultava aver emesso fatture per operazioni rilevanti pur essendo stata appena costituita. Infatti in sole due annualità l’amministratore della società ha presentato dichiarazioni dei redditi per volumi d’affari milionari: nel biennio 2017-2018 sono state emesse fatture per la prestazione di manodopera per oltre 3 milioni di euro. Un rapporto meramente cartolare atteso che i dipendenti venivano gestiti direttamente dalle società del nord est e il servizio di intermediazione serviva solo a dissimulare l’esistenza della società olbiese.

L’illecito descritto si concretizza con il ricorso a soggetto giuridico “di comodo” usato come mero “contenitore” della forza lavoro che veniva strumentalmente allocata presso imprese utilizzatrici – in contesti evasivi – mediante la dissimulazione di contratti attestanti appalti per inesistenti “prestazioni di servizio” in luogo alla reale “fornitura di manodopera”.

L’evasione fiscale realizzata mediante il siffatto disegno criminoso corrisponde in totale a oltre 3 milioni di euro di imponibile e oltre 650 mila euro di I.V.A.; sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria 8 soggetti, responsabili a vario titolo di reati fiscali, riciclaggio e interposizione fraudolenta di manodopera.


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