I cori, gli insulti ripetuti a ritmo, i bastoni e le cinghie agitate al cielo: “Odio Cagliari”, “Cagliari vaff…”, “Dove sono i nostri nemici?”. Tutto urlato dai duecento ultras napoletani che hanno avuto, clamorosamente, il privilegio e l’occasione di fare un corteo dalla stazione di piazza Matteotti alla Unipol Domus. Passando anche in via Roma, davanti al Comune, proprio nel tratto dove, da tre anni, è negata a causa dell’emergenza Covid la ramadura con la presenza di migliaia di fedeli e devoti a Sant’Efisio (l’anno scorso c’è stato un evento abbastanza ristretto, alla presenza di sindaco e qualche consigliere). Un giorno che rimarrà nella memoria di tanti, quello di ieri: la rivalità tra Napoli e Cagliari è nota a tutti, aver permesso agli ultras campani di sfilare e creare tensioni in pieno centro città ha già scatenato un vespaio di polemiche.
Partendo dai tifosi rossoblù, ovviamente, che si sono sentiti oltraggiati e sbeffeggiati. Il sindaco di Cagliari Paolo Truzzu ha espresso un grosso fastidio misto ad ira, come è trapelato dalle stesse stanze comunali. Il primo cittadino avrebbe espresso tutto il suo disappunto al prefetto e al questore sulla gestione dell’ordine pubblico. E dopo la partita, altri scontri tra tifosi rossoblù che cercavano di raggiungere gli ultras napoletani e la polizia. Ore di follia, proprio nel giorno in cui viene vietato, per il terzo anno consecutivo, anche ogni festeggiamento pubblico del Carnevale.









