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Ha annodato varie lenzuola, si è calato dal muro di cinta ed è fuggito. Evasione clamorosa, la prima dal carcere di massima sicurezza di Badu ‘e Carros, quella compita dal boss del narcotraffico pugliese Marco Raduano, avvenuta durante l’ora d’aria. Il 39enne stava scontando una condanna a diciannove anni, più tre di libertà vigilata. Le ricerche delle forze dell’ordine sono, a tappeto, in tutta la Sardegna, con controlli rafforzati nei porti e negli aeroporti. E non mancano le polemiche da parte dei principali sindacati degli agenti di polizia penitenziaria.
“Il percorso effettuato dal detenuto non era presidiato a causa della mancanza di personale e questo non deve a nostro avviso ricadere sugli agenti, tanto meno sui vertici dell’istituto che sono obbligati a impiegare il personale nei vari posti di servizio in base alle scarse possibilità numeriche che hanno a disposizione”, tuona Michele Cireddu della Uil. “A nostro avviso il personale di polizia penitenziaria ed il direttore di Badu e Carros sono stati letteralmente abbandonati e non devono pagare colpe per il fallimento sempre più visibile del sistema penitenziario! anche il precedente capo del dipartimento Carlo Renoldi durante la sua visita all’istituto aveva preso atto delle gravi difficoltà con cui il personale è costretto a lavorare ma le gravi criticità esistenti sono rimaste tali. Come sempre confidiamo nella giustizia ed auspichiamo che nella ricostruzione dei fatti, la spada di Damocle non cada sull’anello debole della catena, l’inerzia dimostrata dai vertici dell’amministrazione non deve ricadere su chi è costretto a subirla”.