di Federica Melis
Nella giungla di internet in molti, troppi pensano di poter scrivere tutto. Se ne ha testimonianza ogni giorno sul social più popolare, Facebook. Ma non è così e si rischia anche grosso. Si rischia soprattutto di scatenare reazioni della stessa violenza che possono ritorcersi contro. Esattamente come sta capitando a Mattia Guttuso che con un post facebook dai toni violenti e omofobi sta subendo un linciaggio virtuale.
“Non sono omofobo e non odio i gay, ero ironico” si difende così il 20enne cagliaritano finito nella bufera social per aver condiviso, giustificando il gesto, un articolo sulla morte di una transessuale uccisa a martellate, per mano di un uomo che si era appartato con lei pensando fosse una ragazza. E che dopo aver scoperto “l’equivoco” l’ha barbaramente massacrata. “Le martellate sono il minimo, ha fatto bene ad uccidere la trans di merda. Io avrei fatto di peggio” scrive nel post, eliminato da Facebook dopo le numerose segnalazioni degli internauti.
“Mi riferivo solamente all’articolo – spiega lo studente universitario futuro ingegnere – non ho nulla contro gay e trans ma se un uomo si finge una donna e lo scopro solo a letto perché non è stata sincera posso giustificare una reazione violenta. Certo mi accorgo di aver esagerato con le parole. Chiedo scusa a tutti, non era mia intenzione. Ho ricevuto tantissimi insulti e addirittura messaggi di morte rivolti a me e alla mia famiglia, questo vi sembra giusto?”
Sul caso si è scatenata la reazione di tanti, anche di Gianluigi Piras, ex rappresentante del consiglio regionale nel cda ERSU che ha inviato una lettera al Rettore Maria Del Zompo:”Le scrivo per chiederle di avviare tutti gli approfondimenti del caso relativamente ad uno studente della facoltà di ingegneria dell’Università di Cagliari, tale Mattia Guttuso, responsabile di essere passato alle cronache odierne per un post su Facebook che invitava alla violenza manifestando sostegno verso il protagonista di un omicidio nei confronti di una ragazza transessuale.
Considerate tutte le battaglie e le iniziative condotte dall’università attraverso una sensibile esposizione della sua persona, mi domandavo se il comportamento dello studente (ferme restando le eventuali iniziative che vorrà prendere la magistratura) sia compatibile con il proseguo del suo status di studente presso la nostra illustre Università.”











