Fine anno orribile per gli amanti delle due ruote che preferiscono la bicicletta alle auto per spostarsi in città. Solo tra novembre e dicembre è drammatica la conta dei morti travolti da auto, camion e mezzi pubblici. Tra loro anche Davide Rebellin, il campione delle due ruote, morto lo scorso 30 novembre sulle strade del Veneto, a 51 anni, dopo essere stato investito da un camion, che poi ha proseguito la sua corsa. L’ultimo episodio, invece, cinque giorni fa nel Novarese: una donna ucraina di 71 anni è morta lungo la provinciale verso Serravalle Sesia, dopo essere stata investita da un’auto. C’è poi Luca Marengoni, il 14enne travolto e ucciso da un tram a Milano mentre andava a scuola con la sua amata bici e il 17enne Manuel Ntube, giocatore del Padova e promessa del calcio. E poi, ancora, il piccolo di appena 7 anni travolto e ucciso da un autobus a Cesena.
Nel frattempo, mentre a Quartu e dintorni è scattata la caccia all’uomo, anche a fronte di recenti e gravi incidenti stradali, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini ha proposto un aggiornamento del codice della strada per inasprire le sanzioni in caso di gravi violazioni o comportamenti irresponsabili sino ad ipotizzare il ritiro della patente a vita per chi guida ubriaco o sotto l’effetto di droghe.











