A poche settimane dall’uscita ufficiale, è già un successo. “I colori dopo il bianco”, il nuovo romanzo dello scrittore cagliaritano classe ’76, Nicola Lecca, non tradisce le aspettative dei lettori, ma soprattutto, conferma quelle delle classifiche di vendita, posizionandosi subito tra le prime trenta opere più vendute online. “Su Nicola Lecca c’è da contare per il futuro della nostra letteratura”, dichiarò Mario Rigoni Stern, definito a sua volta “uno dei più grandi scrittori italiani” da Primo Levi. Come dargli torto? Lo scrittore giramondo, ritorna dopo quasi quattro anni di silenzio dall’ultima pluripremiata opera letteraria “La piramide del caffè”. Tanti, forse troppi, per chi di letteratura adora nutrirsi quotidianamente, probabilmente pochi, per chi come lui è solito curare ogni minimo dettaglio con minuziosa attenzione, quasi fosse un artigiano della parola, proprio come ama definirsi lui: “Ho scritto a penna il mio nuovo romanzo, l’ho fatto con cura e senza fretta scegliendo le parole una ad una – confessa ai suoi lettori Lecca – tutto è cominciato in un caffè sull’Isola della Giudecca a Venezia nel 2013, ho impiegato in media una settimana per completare la stesura di ogni pagina e posso assicurare che non è stato tempo perso”. Silke, la protagonista della storia, stanca della sua gelida e perfetta Innsbruck, incurante del dolore che si possa provare staccandosi dal passato, cerca di rivolgere il suo sguardo al futuro.
Una nuova vita la attende in Francia, a Marsiglia, la città delle contraddizioni e dell’imprevedibilità, di tutto ciò che, in realtà, lei ha bisogno. “Il destino non esiste, non c’è, è un’invenzione. Il destino sei tu, è ciò che vuoi, ciò che desideri” sostiene Lecca, e in fondo, più che un pensiero, è un vero inno alla vita. Un’interpretazione della stessa, che lo ha spinto a ritagliarsi un importante, se non fondamentale, spazio, nella letteratura italiana. Il suo essere un autore nomade dallo spirito libero, trasforma i personaggi delle sue opere in perfetti, comuni, eroi moderni. Il suo animo ‘giramondo’, l’ha portato a pubblicare i suoi libri in 15 paesi europei e addirittura in Brasile, senza mai dimenticare la sua amata isola e in particolare la sua città natale: “Cagliari è la mia città, qui sono nato, qui sono cresciuto, spero un giorno mi perdoni ma ho dovuto a malincuore lasciarla per esplorare il mondo e diventare uno scrittore dal respiro europeo” scrisse sulla sua pagina Facebook, in una delle tante e ricorrenti odi dedicate al capoluogo sardo. “I colori dopo il bianco” non è solo il romanzo più maturo, quello capace di spingere il lettore ad una riflessione sul vero senso dell’esistenza, senza che alcuna tesi filosofica intacchi la semplicità della ragione basata sull’esperienza personale. L’ultimo romanzo di Lecca è soprattutto una conferma, innanzitutto del talento dello stesso autore, già ampiamente espresso nelle precedenti pubblicazioni, ma in particolare della possibilità di realizzarsi personalmente grazie all’arte della scrittura: in fondo, come un po’ tutto nella vita, basta semplicemente volerlo.











