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Saranno effettuati esami tossicologici sulla donna di 30 anni che, nella notte del 7 gennaio, si è addormentata dopo aver finito di allattare il suo bimbo di tre giorni e l’ha schiacciato e soffocato col suo corpo, provocandone la morte. Secondo quanto emerge in queste ore, la donna sarebbe sprofondata in un sonno innaturale e molto profondo, tanto che per le infermiere è stato molto difficile svegliarla quando si sono accorti di quello che era accaduto. Attraverso gli esami si accerterà dunque se abbia assunto qualche farmaco che ne abbia provocato stordimento e sonno talmente profondo da non essersi accorta della tragedia che si stava consumando in quella stanza dell’ospedale Pertini di Roma.
Intanto, mentre sul web si moltiplicano le dichiarazioni di solidarietà per la donna, il compagno racconta dettagli che saranno fondamentali per ricostruire nei dettagli la vicenda. Per esempio che la donna aveva più volte chiesto che il bambino fosse portato al nido per poter riposare, ma che gli infermieri avevano sempre risposto che non era possibile. Infermieri che, fra l’altro, avrebbero fatto passare più ore di quanto previsto dai protocolli fra un controllo e l’altro: quando si sono accorti di quanto accaduto, il nonato era già morto da ore.