Nel Corso “crudele” chiude l’ultima vecchia drogheria: “Negozi ko”

Anna Aledda chiude la storica drogheria di Stampace, aperta da 40 anni: “Complimenti al Comune, in questa città i clienti si disperano, per comprare un chiodo devono andare da Brico. A Cagliari i negozi stanno scomparendo, il Corso è diviso in due: in uno si lavora, nell’altro si muore. In fumo anche il lavoro di tanti giovani con le liquidazioni dei genitori”


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di Jacopo Norfo

C’è un Corso diviso a metà, nel cuore di Cagliari. Nella prima parte un bellissimo sogno pedonale che si è avverato, buoni affari per i locali, prospettiuve all’orizzonte. Più avanti il buio, nel vero senso della parola. E qui, i commercianti, non possono aspettare la seconda parte dei lavori più volte annunciata dal Comune e sinora con concretizzata. Ed è qui che Anna Aledda, dopo la bellezza di 40 anni, ha deciso di chiudere la sua drogheria. La “storica” drogheria del Corso Vittorio Emanuele, che ha servito due generazioni di abitanti di Stampace.

LO SFOGO DI ANNA. Anna Aledda non ci sta, smonta gli scaffali e sbuffa. Smonta gli scaffali e non nasconde i “lucciconi”, quelle lacrime agli occhi miste tra emozione e disperazione. E racconta, con un filo di voce rimasta tra le speranze infrante: “Nel primo tratto del Corso belle luci, tutto ben illuminato, gente, li Mercatini di Natale che hanno portato tantissime persone e turisti. Poi arrivati a quel blocco, secondo me voluto, ecco arrivare il buio, e nessuno, nemmeno un cane. E mentre i commercianti aspettavano dicembre per poter avere un po’ di ossigeno, si è incassato meno degli altri mesi”.

Per questo Anna Aledda si prepara a vendere la licenza della sua storica drogheria (“spero di salvarla, ma intanto chiudo”) e non lesina qualche stilettata alla giunta Zedda: “Mi dispiace tanto, ma questa amministrazione comunale non è stata molto attenta alla economia commerciale della citta’. La gente che viene nel mio negozio, a chiedermi questo o quello ed io rispondo di no, perche’ magari non è un mio articolo, si dispera, perchè a guardare in faccia la realta’, in citta’ ormai non ci sono piu’ negozi. Il supermercato non basta, ok per gli alimentari,ma ci sono altre realta’ che mancano, e non tutti possono andare da Brico o in altri centri per comprare un chiodo. La citta’ dovrebbe avere i negozi con tutte le tabelle merceologiche! Non dovrebbe essere fatta solo di locali”.

IL TRISTE SCENARIO. Ma se i vecchi piangono, i giovani non ridono affatto. Anna Aledda dalla sua drogheria smontabile ha davanti uno scenario amaro quanto privilegiato: “Vedere tanti giovani che ” se la tentano” eppoi chiudere perdendo i pochi risparmi investiti, credimi è triste. Vedere in fumo le liquidazioni di nonni e genitori investite per cercare di dare un0aittività ai figli, poi strangolati dalle tasse. Noi vecchi condannati invece ai debiti. E’ stato bello,ma il gioco non vale piu’ la candela. Pero’ se qualcuno volenteroso vuole provare ben venga. Sto smontando gli scaffali con grande decisione e determinazione, senza fermarmi! Ora non ho tempo per le emozioni, pero’ dopo 40 anni…….”.

Anna Aledda non nasconde i motivi che l’hanno spinta alla drastica decisione di chiudere la drogheria: “I motivi sono la chiusura del Corso Vittorio Emanuele, e l’assenza totale di un mezzo pubblico. L sapete che qui non puo’ passare nemmeno l’ambulanza, perchè non ci sono spazi utili? Dall’angolo di via Sassari in poi solo il degrado. Davanti al negozio dell’erborista c’e’ uno sprofondamento di parecchi cm e con le piogge si riempie d’acqua e come passano le auto fanno un’onda pazzesca che l’acqua entra dentro i negozi”. Sì non è tempo di stare allegri, in una città che perde i suoi negozi utili e storici, nell’indifferenza generale.

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